Chi ha il pane non ha i denti, e viceversa. Dopo la miniriforma contenuta nella legge di conversione al decreto sviluppo, questa regola si applica anche al Fisco locale. I «denti», in questo caso, sono gli ufficiali della riscossione, arruolati negli anni dalle società private di riscossione che lavorano per gli enti locali, e che nel nuovo regime non sapranno che farsene. Dopo il correttivo del Governo ora in attesa del via libera del Senato, i privati che raccolgono i tributi dei sindaci dovranno ricorrere all’ingiunzione «classica», che ha bisogno dell’ufficiale giudiziario. La «procedura esattoriale», più rapida e svolta grazie all’ufficiale della riscossione, potrà invece essere utilizzata dai Comuni che riportano il servizio al loro interno, o dalle società che saranno create per svolgere in house il servizio. Gli ufficiali “parcheggiati” (sono circa 600, secondo l’Anacap) nelle società private, allora, diventano materia preziosissima per i sindaci in vista dell’addio a Equitalia, previsto dalle nuove regole a partire dal prossimo 1° gennaio. Peccato, però, che i Comuni debbano fare i conti con il semi-blocco del turn over, a rischio di diventare un blocco totale con la manovra in arrivo, e che in questa situazione non abbiano quindi alcuna possibilità di assumerli. È un altro «effetto collaterale» della mini-riforma, che con la rivoluzione dell’intera riscossione locale mette nel vortice una partita da 8 miliardi all’anno.
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