Così il presidente Enrico Rossi ha definito le nuove disposizioni in materia di edificazione e difesa del suolo per una maggiore sicurezza dal rischio idraulico inserite dalla giunta in Finanziaria.
Disposizioni che faranno parte integrante anche dell’adeguamento della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 “Norme per il governo del territorio” e del Testo unico per la difesa del suolo.
“In estrema sintesi, non sarà possibile costruire dove i nostri nonni non avrebbero mai costruito, nelle zone a pericolosità idraulica molto elevata, negli alvei dei corsi d’acqua, nelle golene, sugli argini e sulle fasce laterali per una larghezza di dieci metri. Che non sarà possibile ‘tombare’ fiumi e torrenti, restringere, rettificare, impermeabilizzare gli alvei. Non potranno edificare né gli enti pubblici né i privati”.
“Abbiamo condiviso questo importante provvedimento con l’Anci – ha proseguito il presidente – E voglio ringraziare per la disponibilità e la volontà, che ho molto apprezzato, il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, presidente dell’Anci ragionale, e il sindaco di Scandicci, Simone Gheri, responsabile dell’Area Governo del Territorio di Anci. Se il Governo nazionale e il Parlamento seguissero questo esempio, l’Italia tutta sarebbe più sicura e ci sarebbe una data cerca per impedire edificazioni a rischio.”
“A chi osserva che norme e vincoli esistevano già – ha proseguito il presidente- ricordo che alcuni di questi si potevano aggirare con opere di cosiddetta messa in sicurezza.
Il nostro principio non ha deroghe, abbiamo eliminato i “se, ma, però”. Lo stesso Consiglio regionale – ha concluso il presidente – ha compreso pienamente queste motivazioni.
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