La manovra correttiva rischia di subire presto modifiche su uno dei punti cruciali nel campo degli enti locali, vale a dire l’aumento del ticket sanitario nelle regioni che non riusciranno a “coprire” in altro modo il mancato rifinanziamento della spesa da parte dello Stato. Per tornare a discutere di ticket sanitari, il Governo e le Regioni, così come da accordi presi nel corso di un incontro che si è svolto al Ministero per i rapporti con le regioni, torneranno a vedersi domani. Per questo il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani, ha convocato per la mattina del 2 agosto, alle ore 9,30, una seduta straordinaria della Conferenza, nella sede di via Parigi 11 a Roma. “Le previsioni del decreto sui ticket sanitari conseguente alla manovra complessiva del governo sono oggettivamente inapplicabili perche’ non si tiene conto dell’equilibrio di tutte le regioni”, hanno dichiarato il coordinatore ed il vice coordinatore degli assessori alla sanità delle Regioni italiane, Luca Coletto (Veneto) e Franco Tomassoni (Umbria), che chiedono al Governo di percorrere “strade alternative”, anche in considerazione del fatto “che l’intesa sui contenuti e sulle cifre del riparto 2011 è stata data”. “La manovra economica è legge – aggiungono i due rappresentanti delle Regioni -, ma si crea un evidente corto circuito tra quanto prevedono la manovra stessa, il decreto specifico sui ticket e il riparto nazionale del fondo sanitario 2011 nell’ambito del quale era stato raggiunto un equilibrio non facile”. Per Coletto e Tomassoni, “il combinato disposto tra la finanziaria 2007 che prevedeva i ticket e che viene riattivata, il decreto relativo alla nuova manovra governativa, ed il fatto che essa va applicata in quanto è legge, rende il tutto nebuloso e assai difficile da attuare”. “La situazione è difficile – sottolineano gli assessori di Veneto ed Umbria – perché l’imposizione dei ticket sanitari così com’è delineata ora, oltre che ad essere inapplicabile, comporterebbe la realizzazione di un sistema di precarietà e creerebbe pesanti discriminazioni. Ne ragioneremo in una nostra commissione tecnica e poi ci confronteremo con il ministero dell’economia e con quello della sanità”. “Al Governo – concludono Coletto e Tomassoni – diamo la massima disponibilità al confronto, ma chiediamo in cambio la massima chiarezza su dove si vuol andare”. Intanto La Lega Nord scopre le carte: non vuole il ticket sanitario da 10 euro inserito nella manovra e per recuperare quei soldi, propone invece di aumentare il prezzo del tabacco. Così Umberto Bossi dopo il Consiglio federale che ha affrontato la questione. “Il ticket sanitario non lo vogliamo – ha detto il segretario della Lega alla festa del Carroccio di Concorezzo -. Io posso piuttosto aumentare il costo del tabacco visto che in Italia costa meno che in tutta Europa. La sanità è importante”. E per questo si possono recuperare i fondi aumentando il prezzo di sigari e sigarette – ha sottolineato Bossi. “Se verrà tolto il ‘sovraticket’ sarà una cosa giusta verso i cittadini e anche verso le Regioni che se lo sono visto imporre. L’idea di Bossi di sostituire il ticket sanitario con una tassa sul tabacco è ottima”, dichiara il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota che aggiunge: “Nei giorni scorsi avevo chiesto al Governo un ripensamento prima di essere costretto a far scattare il ticket anche in Piemonte. Comunque se non lo togliessero e fossimo costretti ad applicarlo, in Piemonte abbiamo già elaborato soluzioni più eque rispetto al ticket fisso di dieci euro”. “Speriamo che questa nuova presa di posizione della Lega Nord sui ticket non rimanga solo un tentativo di smarcarsi dal resto del Governo. Fino ad ora, il Carroccio ha elencato solo una serie di ‘vorrei ma non posso’. La prossima settimana (questa settimana, ndr) al Senato si impegnino per accelerare l’iter di approvazione del disegno di legge sul fumo, presentato da me e dal senatore Pdl Antonio Tommasini, inspiegabilmente fermo da oltre un anno in Commissione bilancio. Il testo contiene anche la tassa sul tabacco proposta da Umberto Bossi. Sarebbe un buon modo per passare dalla politica degli annunci alla politica dei fatti, vedremo se ne avranno il coraggio”. Così Ignazio Marino, senatore del Pd, replica alle parole di Bossi. Per la legge, presentata dal senatore democratico insieme ad Antonio Tommasini del Pdl, è stata ottenuta la deliberante dalla Commissione igiene e sanità del Senato (misura per cui i gruppi parlamentari sono d’accordo affinché il d.d.l. venga votato dalla Commissione e venga trasmesso alla Camera, senza passare per il calendario dell’Aula), le verifiche di costo dal punto di vista economico sono già stata fatte, ma manca ancora il via libera definitivo della Commissione bilancio. “La legge in questione – conclude Marino – è la numero 8 del 29 aprile 2008: a misure come quelle evocate da Bossi, quindi, avevamo pensato già tre anni fa”. “Finalmente l’iniziativa delle Regioni comincia farsi strada. Anche nel governo comincia a maturare la consapevolezza che i ticket sono un errore grave”, commenta il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani,che aggiunge che “nei prossimi giorni occorre essere conseguenti e trovare una copertura che superi i ticket. È questo che le Regioni chiedono sin dalla inizio e su questo sono impegnate con determinazione”.
Ripensamenti sul ticket sanitario
La Lega pronta a sostituire l’aumento con un ritocco del prezzo del tabacco. Le Regioni incontrano domani il Governo e sottolineano: così com’è la manovra non si può applicare
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