Riordino partecipate, l’ANCI teme nuovi tagli ai comuni

Il riordino delle partecipate previsto dal d.d.l. Madia produrrà risparmi in tempi lunghi. Il timore dell’Anci è che invece il taglio a carico dei comuni sia immediato

23 Luglio 2015
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“È impensabile ottenere un risparmio di spesa pubblica di un miliardo in un anno dal riordino delle partecipate”. Lo afferma senza mezzi termini Guido Castelli, delegato Anci alla finanza locale, che avverte: “Attenzione a spacciare il riordino del d.d.l. Madia con un qualcosa che produce effetti immediati, richiede tempo. Non spacciamo come spending quella che è una riforma”.

“Il d.d.l. Madia torna sulle partecipate, ma la nostra preoccupazione – spiega – non sta nell’accettare la sfida di un riordino, che anzi in alcuni casi è più che necessario, ma che produca ipso facto un risparmio immediato, perché il riordino delle partecipate può produrre nel medio termine una riduzione generale di spesa, non nel brevissimo”. “Non vorremmo – prosegue – che il fatto che il commissario alla spending review, Yoram Gutgeld, associ in un sillogismo immediato riforma delle partecipate e riduzione della spesa dei comuni preluda ad un taglio come quello fatto con le province. Alla Province è stato detto: visto che abbiamo fatto la riforma vi diamo meno soldi, in realtà vediamo poi che le riforme richiedono tempo, mentre il taglio è immediato. Quello che paventiamo è che si contabilizzi un ulteriore taglio a carico dei comuni invocando un riordino delle partecipate che per produrre risparmi richiedono invece tempo”.

In più, insiste Castelli, dal prossimo anno verrà applicato ai comuni il principio del pareggio di bilancio, previsto dal fiscal compact, “che già di per sé produrrà stress alle finanze comunali, con nuovi vincoli con cui si rischia di entrare in una fossa delle Marianne delle finanze comunali”.

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