Riordino partecipate: i commenti dei rappresentanti di Governo e ANCI

Riforma Madia: “Si consente alle società partecipate dai Comuni di non svendere il proprio patrimonio”. Ora si attende il correttivo

17 Marzo 2017
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Riordino partecipate: a quanto si apprende a termine della Conferenza Unificata andata in scena ieri, è stato deciso di inserire nel decreto “correttivo” una norma che consentirà alle società comunali e regionali di partecipare a gare d’appalto per i servizi pubblici di acqua, luce, gas, rifiuti e trasporti al di fuori del loro territorio. Uniche due clausole: le spa dovranno avere i bilanci in ordine (almeno quattro degli ultimi cinque come previsto dall’articolo 2 del decreto Madia) e affidamenti solo tramite appalto e non diretti.
Con l’accordo ci sarà un periodo ponte di tre anni: per il triennio 2017-2019 la soglia da raggiungere è di 500mila euro. Dal 2020 invece salirà per tutte a un milione in tre anni. Questo – secondo quanto riportato da alcune agenzie di stampa – incentiverà l’aggregazione delle ex municipalizzate.
Previsto anche un sostanziale via libera alle gare fuori ambito per le società partecipate che hanno i conti in regola. È anche questo uno dei punti dell’intesa raggiunta.
Raggiunto anche accordo sulla norma per salvare le sale da gioco pubbliche. Queste, secondo quanto riportato dall’agenzia public policy – , saranno escluse dall’articolo 20 del decreto Madia, dunque potranno continuare a operare anche se in perdita. Ciò eviterà la chiusura dei casinò in rosso. Inoltre, viene consentito alle sale l’estensione di un anno del piano strutturale triennale per il rifinanziamento delle perdite. Tutte le altre norme della riforma Madia, invece, continueranno ad applicarsi.

Le parole del sottosegretario alla PA, Angelo Rughetti

C’è “soddisfazione”, si è fatto un “passo in avanti, nonostante le complicazioni subentrate dopo l’emanazione della sentenza” della Corte Costituzionale che sui decreti attuativi della Riforma della Pubblica Amministrazione ha imposto l’intesa con gli enti territoriali. Si è espresso in questo modo il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, nel commentare l’accordo raggiunto con Regioni e Comuni, al termine della Conferenza unificata sui provvedimenti bis relativi ai “furbetti del cartellino” e al taglio delle partecipate. “Si è sostanzialmente dato vita – afferma Rughetti – a un nuovo schema di formazione della legge”. Si tratta, ha spiegato il sottosegretario, “di una delega attribuita al Governo – la Riforma PA – sulla quale la Corte costituzionale ha detto che serve l’intesa con gli esecutivi degli enti territoriali. È la prima volta che succede nel nostro ordinamento ed è una novità importante, soprattutto in una materia dove il potere legislativo è stato delegato al Governo. Il dominus della formazione della legge, che è il Parlamento, rischia di dovere prendere atto di decisioni che vengono prese fuori dal Parlamento stesso”.

Il punto di vista dell’ANCI sull’intesa raggiunta

Il punto di vista dell’ANCI sull’intesa raggiunta viene fornito dal vicepresidente, con delega al Personale, Umberto Di Primio, il quale spiega: “Attraverso l’Intesa si consente alle società che gestiscono servizi di interesse economico generale quali trasporto pubblico, acqua, gas, rifiuti, di concorrere nel mercato dei servizi pubblici locali purché abbiano un bilancio in attivo. Si consente dunque alle società partecipate dai Comuni di non svendere il proprio patrimonio e di lavorare per quelle aggregazioni industriali necessarie al miglioramento dei servizi al cittadini in termini di efficienza, efficacia ed economicità. Parliamo di società – prosegue Di Primio – che gestiscono trasporti, energia, gas, acqua e rifiuti. Se ci viene chiesto di “mantenere” società che per fatturato, organizzazione e controlli siano in grado di affrontare il mercato, è giusto che queste società possano poi concorrere nello stesso senza limitazioni e con il know how acquisito in anni di gestione di servizi fondamentali nei Comuni”.

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