Entro la data del 30 giugno le società controllate saranno tenute a scrivere gli elenchi degli esuberi prodotto dalla razionalizzazione, sulla base alle modalità che saranno stabilite da un decreto del ministro del Lavoro, e le nuove assunzioni si bloccheranno soltanto con l’emanazione del decreto stesso.
Ad allungare i tempi del cosiddetto “taglia-partecipate” è la necessità di gestire le conseguenze della pronuncia della Corte Costituzionale dello scorso 25 novembre (sentenza 251/2016) che aveva bocciato le procedure seguite per i primi decreti attuativi imponendo la riscrittura. Tale pronuncia aveva reso aleatoria la scadenza del 23 marzo per i piani di razionalizzazione, che avrebbe costretto le Pubbliche amministrazioni a decidere le alienazioni sulla base di criteri ancora in discussione: per la medesima ragione ragione è circolata anche l’ipotesi alternativa di fissare i nuovi termini a tre mesi dall’entrata in vigore del decreto correttivo, e la decisione finale sarà presa oggi in Cdm.
Il nuovo decreto, come imposto dalla sentenza della Consulta, dovrà ottenere l’intesa di Regioni ed Enti locali, i quali torneranno a chiedere di rivedere i criteri abbassando a 500mila euro la soglia minima di fatturato, che al momento il nuovo provvedimento conferma a quota 1 milione di euro.
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