Rinnovo contratto statali: arrivano le settimane decisive (domattina prevista una nuova riunione collettiva) per comprendere la reale entità di un rinnovo atteso da ormai 6 anni. Procedure che però stanno incontrando alcuni ostacolianche disciplinari: prime fra tutte alcune regole della riforma Brunetta fino a questo momento rimaste inattuate (poiché avrebbero dovuto entrare in funzione alla prima tornata contrattuale successiva, finora rimasta in stand by). Due le questioni delicate sul piatto: da una parte la rigidità delle “fasce di merito”, che imporrebbero di dedicare ai premi individuali la “quota prevalente” dei fondi decentrati concentrando sul 25% del personale il 50% delle risorse, e dall’altra la forte limitazione delle regole contrattuali realizzata fissando per legge una serie di materie prima lasciate alle relazioni sindacali.
Questo il panorama delineato dai sindacati nelle scorse settimane negli incontri bilaterali all’ARAN. In questi giorni sono circolate differenti ipotesi di lavoro per risolvere la questione: dal contratto-ponte (ovverosia spalmare le poche risorse disponibili e lasciare ai prossimi passi la revisione delle regole) fino all’accordo “politico” pre-contratto, ma senza l’atto di indirizzo da parte della Funzione pubblica,
Il superamento del meccanismo delle “fasce” previsto oggi e l’allargamento delle materie da lasciare alle trattative sindacali si collocano anche fra gli obiettivi anche del Governo trovando infatti spazio nelle bozze del Testo Unico del Pubblico Impiego (in attuazione della riforma della PA targata Marianna Madia). Il decreto, tuttavia, non giungerà al traguardo prima del prossimo mese di giugno e di conseguenza non si paleserà in tempo una contrattazione chiamata a ripartire da luglio 2015: in questa direzione la Manovra di Governo (in elaborazione in queste settimane), potrebbe fungere da perno decisivo anche per accelerare i tempi, tramite la sospensione delle regole più “problematiche” della vecchia riforma (o un anticipo di quelle relative alla Riforma Madia).
Permane infine il nodo delle risorse per le coperture economiche del rinnovo: i 500 milioni circolati in questi giorni si aggiungono ai 300 già in campo. In questo modo si giungerebbe poco sopra l’1% della massa salariale (molto meno di quanto lasciato intendere un paio di settimane fa da alcune anticipazioni, per approfondire il tema consulta la Gazzetta degli Enti Locali dello scorso 14 settembre).
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