Riforma Madia: si riparte
Nella giornata di giovedì il ministro Madia dovrebbe incontrare i governatori al fine di sottoporre loro le modifiche che intende apportare ai provvedimenti investiti dalla pronuncia: l’obiettivo è avere un via libera entro il 2 febbraio, ed evitare così che stralci rilevanti della riforma possano decadere.
Per i furbetti del cartellino, ossia i dipendenti pubblici che sono colti in flagrante a timbrare senza essere al lavoro, rimarrà la sospensione dallo stipendio entro le 48 ore, ed anche la procedura accelerata di licenziamento in 30 giorni (misure-simbolo del provvedimento).
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Licenziamenti disciplinari e partecipate
Secondo quanto riportato dal Messaggero “alcuni step intermedi, come il tempo assegnato al dirigente per avviare la procedura disciplinare, potrebbero essere leggermente ritoccati allungandoli, ma sempre tenendo fermi i 30 giorni massimi per il licenziamento. Anche per il decreto sulle partecipate, un altro di quelli a rischio dopo la sentenza della Consulta, saranno apportate alcune modifiche chieste dai governatori per dare il via libera ad un’intesa in grado di sanare il provvedimento. La soglia di fatturato minimo consentito alle società, al di sotto della quale scatta la chiusura, dovrebbe essere abbassata dall’attuale milione di euro a 700-800 mila euro”.
Sempre questa settimana il ministro per la PA Madia dovrebbe presentare alle Regioni (ed ai sindacati) anche il decreto attuativo sul pubblico impiego, idoneo ad aggiornare tutte le regole dell’impiego pubblico ed innesco a questo punto decisivo della stagione contrattuale (dopo l’intesa con i sindacati del 30 novembre scorso per un aumento di 85 euro lordi mensili).
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