Nella riforma della p.a., all’esame anche oggi dell’Assemblea di Montecitorio, sono state introdotte due novità: la prima è lo stop ai dirigenti condannati per danno erariale. La seconda è l’eliminazione del voto di laurea come barriera per l’accesso ai concorsi: per potere prendere parte a selezioni pubbliche, dunque, non sarà più necessario esibire un voto minimo. Si tratta di due emendamenti approvati ieri in tarda serata alla Camera, il primo è stato presentato dal M5S e il secondo dal Pd.
Quanto ai dirigenti si delega il governo a prevedere i casi in cui, in presenza di condotta dolosa, la condanna, anche non definitiva, della Corte dei conti porta alla revoca dell’incarico o al suo mancato conferimento. Almeno quando si hanno di fronte dirigenti che ricoprono posizioni “sensibili”, a rischio corruzione.
LE NOVITÀ
Niente più voto minimo di laurea per concorsi – “Soppressione del requisito del voto minimo di laurea per la partecipazione ai concorsi per l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni”. Lo prevede un emendamento Pd, come riformulato, alla delega di riforma della p.a. Emendamento appena approvato dall’Aula della Camera.
Stop a dirigenti condannati da Corte dei conti – Si prevede la revoca o il divieto dell’incarico in settori esposti al rischio corruzione, quando c’è una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose. Così l’emendamento M5s al d.d.l. p.a. sui dirigenti, riformulato e appena approvato dall’Aula della Camera.
Dirigenti licenziabili, ma dopo pagella negativa – L’Aula della Camera dà il via libera alla riforma della dirigenza, con l’approvazione dell’articolo 9 della delega p.a. Uno dei capitoli principali di tutto il d.d.l. Madia. In base ai nuovi ritocchi resta la possibilità di essere licenziati ma bisognerà almeno aver avuto un incarico ed essere stati valutati negativamente. Tuttavia pur di non essere mandato via il dirigente pubblico potrà chiedere di essere ‘demansionato’ a funzionario.
Per Avvocati dello Stato spazio a più giovani e merito – Arrivano paletti per il conferimento degli incarichi, spazio ai più giovani e al merito. Queste le novità previste per l’Avvocatura dello Stato, a cui è dedicato l’articolo 9-bis della riforma della pubblica amministrazione, appena approvato dall’Aula della Camera. L’articolo era stato inserito durante i lavori in Commissione a Montecitorio e prevede, infatti, il divieto di affidare posizioni direttive per chi è vicino alla pensione e incarichi sulla base del merito.
Si allargano limiti temporali per incarichi a pensionati – Si allargano le maglie per i pensionati nella pubblica amministrazione: il tetto di un anno vale solo per i ruoli direttivi (senza possibilità di rinnovo). Le altre cariche e collaborazioni sono “comunque” consentite. Resta confermato per tutte le posizioni affidate a pensionati il vicolo della gratuità (costo zero). Così un emendamento al d.d.l. p.a. appena approvato dall’Aula della Camera. La proposta, con primo firmatario il deputato Pd Giovanni Sanga, è stata riformulata dal relatore, Ernesto Carbone.
IL RIEPILOGO
– STRETTA SULLA DIRIGENZA. Anche i vertici diventano licenziabili, potranno essere messi alla porta nei casi in cui saranno valutati negativamente. Tuttavia pur di non essere mandato via il dirigente potrà chiedere di essere ‘demansionato’. Gli incarichi non saranno più ‘a vita’.
– LICENZIAMENTI FACILI. Quando scatta un’azione disciplinare non si potrà più concludere tutto con un nulla di fatto, la pratica dovrà essere portata a termine senza escludere il licenziamento. Quanto alla diatriba sull’articolo 18, la reintegra resterebbe.
– SU ASSENZE CON POTERI A INPS. Niente più finti malati. Per centrare l’obiettivo le funzioni di controllo e le relative risorse passano dalle Asl all’Inps.
– MAGLIE PIÙ LARGHE PER PENSIONATI IN P.A. Il tetto di un anno vale solo per i ruoli direttivi (senza possibilità di rinnovo). Le altre cariche e collaborazioni sono “comunque” consentite. Resta confermato per tutte le posizioni affidate a pensionati il vicolo della gratuità (costo zero).
– SCOMPARE LA FORESTALE, RIORDINO FORZE. Il d.d.l. pone le basi per l’accorpamento della Forestale in un’altra forza (con tutta probabilità i Carabinieri). Si prevede inoltre un riordino di tutte le forze, dando spazio al merito.
– SCURE SU PARTECIPATE. Verranno ridotte e per quelle che gestiscono servizi pubblici si prevede un numero massimo di ‘rossi’ dopo cui scatta la liquidazione. Si apre anche al commissariamento. Si va verso un dimezzamento delle camere di commercio.
– SFORBICIATA SULLE PREFETTURE. Si va verso un taglio netto che potrebbe portare anche a un dimezzamento, quel che ne rimarrà andrà a finire nell’Ufficio territoriale dello Stato, punto di contatto unico tra P.A. periferica e cittadini. Si farà piazza pulita degli uffici doppioni tra ministeri e Authority.
– PRATICHE DIMEZZATE PER GRANDI OPERE. Un ‘taglia burocrazia’, al fine di semplificare ed accelerare, fino al dimezzamento dei tempi, le operazioni in caso di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale o di interventi con effetti positivi sull’occupazione.
– POTERI A PALAZZO CHIGI. Verranno precisate le funzioni di palazzo Chigi per il mantenimento dell’unità di indirizzo. Un rafforzamento della collegialità che si ritrova anche nelle nomine di competenza, in modo che le scelte passino per il Cdm. La delega riguarda pure la definizione delle competenze in materia di vigilanza sulle agenzie fiscali (come le Entrate).
– UNO STATUTO E UN NUOVO CAPO PER UNA P.A. DIGITALE. Arriva la ‘carta della cittadinanza digitale’, con il Governo delegato a definire il livello minimo di qualità dei servizi online. A guidare la svolta digitale ci penserà un dirigente ad hoc.
– FREEDOM OF INFORMATION ACT ITALIANO. Tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A. Lo scopo è quello di spalancare gli archivi pubblici, anche se restano dei paletti, così da rendere possibile un controllo a 360 gradi anche sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
– NUMERO UNICO PER EMERGENZE. Basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza. L’idea è quella di realizzare centrali in ambito regionale che, raccogliendo la richiesta, siano in grado di smistarla al servizio interessato.
– LIBRETTO UNICO AUTO. Si apre al trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione. Si va infatti verso un’unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto.
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