Il parere fornisce indicazioni utili sugli adempimenti da compiere a seguito della sentenza della Consulta: le risposte contenute nel parere dell’Alto Consesso amministrativo sono rivolte a tre tipi di soluzioni: a) avuto riguardo ai decreti legislativi emanati; b) per quelli in cui la delega da parte del Governo non è terminata; c) e, infine, per i decreti legislativi ormai decaduti.
Il parere del Consiglio di Stato
La Consulta, lo scorso 25 novembre, aveva infatti dichiarato incostituzionale la riforma della Pubblica Amministrazione (legge n. 124/2015), nella parte in cui la delega aveva previsto solo il “parere” e non l’intesa con le Regioni per cinque decreti legislativi di attuazione (servizi pubblici, dirigenza, dirigenza sanitaria, licenziamento disciplinare, società partecipate). I primi due decreti legislativi non sono stati più adottati, gli altri tre erano già in vigore al momento della sentenza della Consulta.
Riforma PA: cosa accade ora?
Il comunicato stampa redatto dalla Corte Costituzionale segnala, con riferimento alla riforma della dirigenza, l’importanza di intervenire anche per i settori per i quali la delega è scaduta (dirigenza e servizi pubblici). Un percorso possibile è quello di una nuova delega, ma non è l’unico (ad esempio, è ipotizzabile anche un disegno di legge governativo avente, almeno in parte, il contenuto del decreto delegato che andrebbe a sostituire).
Si rileva, tuttavia che la Corte costituzionale non si è pronunciata su come assicurare il principio di leale collaborazione con le Regioni per procedimenti legislativi diversi da quello della legge delega. E d’altra parte, si legge nel parere che “apparirebbe problematico individuare per il Parlamento vincoli procedimentali diversi e ulteriori rispetto a quelli tipizzati dalla Carta costituzionale”.
>> CONSULTA IL PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO (comm. spec.) 17 gennaio 2017, n. 83.
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