La riforma p.a. ha incassato ieri il primo sì al Senato: la Commissione Affari costituzionali ha infatti concluso l’esame e approvato il testo, in gran parte rivisto, dopo ben sette mesi dall’avvio. Tra le principali, ultime novità la stretta sulle assenze nella p.a. e i tagli netti alle società partecipate.
Attenzione alla questione dirigenti pubblici: quelli privi di incarico verranno collocati in disponibilità e passato un certo periodo decadranno dal ruolo unico. Vediamo le ultimissime news, ricordando che dopo Pasqua scatterà la vera votazione del d.d.l. Madia di riforma della p.a.
Dirigenti pubblici licenziabili e no automatismi negli step carriera
I curricula dei dirigenti pubblici confluiranno in una banca dati che terrà traccia anche delle valutazioni ricevute dai manager nei diversi incarichi ricoperti
I dirigenti privi di incarico verranno collocati in disponibilità e passato un certo periodo, da definire, decadranno dal ruolo unico. In sostanza la novità è che la riforma p.a. rende liberamente licenziabile il dirigente pubblico. Ok anche al “superamento degli automatismi nel percorso di carriera”, che dipenderà dalla valutazione ossia dal merito. Viene ribadita la definizione di limiti assoluti per il trattamento economico complessivo.
La regola del tre
Gli incarichi dirigenziali avranno una durata di tre anni, rinnovabili una sola volta senza ripassare per un bando e una selezione. Non solo: i segretari comunali e provinciali così come li conosciamo oggi resteranno ‘vivi’ ancora per tre anni, dopo di che questa figura cesserà di esistere e confluirà nel ruolo unico di dirigente pubblico, quindi soggetto allo stesso regime di cui sopra.
Triplo anche il ruolo dei manager statali, regionali e degli enti locali i quali avranno ciascuno una propria casa a seconda dell’ente di appartenenza. Nel ruolo unico dei dirigenti statali confluiranno i dirigenti degli atenei pubblici, degli enti pubblici e delle Camere di commercio. Ma non saranno compresi i dirigenti scolastici. Il ruolo dei dirigenti regionali abbraccerà i ruoli professionali, tecnici, veterinari e sanitari, ma non quelli medici.
Altri interventi
Il disegno di legge riforma p.a. contiene in totale undici deleghe al Governo, tre delle quali per compilare altrettanti testi unici di aggiornamento delle norme che regolano le società partecipate, i servizi pubblici locali e il pubblico impiego.
Riassumendo, sentite il relatore Giorgio Pagliari. “I punti salienti della riforma sono l‘articolo 1 sulla cittadinanza digitale, che pone le premesse per un diverso rapporto tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni e abbatte le barriere fisiche dell’accesso alla p.a., le norme sulle conferenze dei servizi e sul silenzio assenso che riguardano l’accelerazione dell’azione amministrativa perché danno tempi più certi, le norme sulla dirigenza e sull’impiego pubblico che ridefiniscono un profilo fondamentale per l’immagine stessa della p.a.”.
(Fonte: Comuni.it)
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