Sarà un rettilineo finale presumibilmente lungo e non privo di ostacoli ma la strada è tracciata, per la Riforma PA di Marianna Madia, che da oggi 11 febbraio è tornata prepotentemente al centro dell’attenzione al Senato, in sede di Commissione Affari Costituzionali.
L’obiettivo è iniziare a mettere ai voti il disegno di legge delega, che comprende alcuni nodi focali della nuova pubblica amministrazione voluta da Renzi e Madia: i recenti emendamenti, in particolare quello sul ruolo dei segretari comunali, presentato dalla senatrice Angelica Saggese (Pd), e firmato da esponenti di molti partiti, è andato a modificare il precedente emendamento presentato dal relatore al ddl, Giorgio Pagliari.
Segretari comunali ‘inglobati’ dal dirigente generale
Partiamo proprio da qui: le ultimissime vorrebbero che riforma PA adeguasse la figura del segretario comunale alle nuove esigenze dell’ente locale. Non si tratta di una mera abrogazione, ma di una rivisitazione del ruolo che confluirebbe in quella più completa del dirigente generale (o direttore generale).
La Riforma PA prevederebbe quindi un profilo professionale nel quale si inquadrerebbe la funzione di direzione apicale per lo svolgimento di attività che per le loro caratteristiche non potranno che essere affidate a soggetti particolarmente qualificati e con una formazione economico/giuridica tra i quali, in prima battuta, i segretari comunali.
In definitiva, quindi, in tutti gli enti locali (compresi comuni capoluogo e province) è assicurata la direzione apicale(che dovrebbe assorbire gli attuali compiti del segretario comunale e li evolve con quelli del dirigente generale), con compiti d’indirizzo politico, coordinamento amministrativo e controllo della legalità dell’azione amministrativa.
Licenziamenti più facili
I licenziamenti pubblici diventeranno più facili, così come diventa cruciale il sistema di valutazione sia per premiare che per punier con provvedimenti disciplinari il dipendente comunale. “Introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, finalizzate – si legge nel testo – ad accelerare, rendere concreto e certo nei tempi” l’esercizio “dell’azione disciplinare“, che come sanzione più grave prevede proprio il licenziamento.
Partecipate: taglio secco
La Riforma PA va verso una razionalizzazione del sistema secondo criteri di “efficienza, efficacia ed economicità“, con una ridefinizione dei limiti per “la costituzione e il mantenimento di partecipazioni” pubbliche.
Cittadinanza digitale: scuole collegate, ma quando?
Si vuole a tutti i costi che tutti i presidi dello Stato, incluse le scuole, non saranno più ‘sconnesse’, prive di un collegamento al web. Resta da vedere quanto ci vorrà per applicare il tutto…
Part time: avanti tutta
Il lavoro part time pubblico non solo non viene ridimensionato ma, anzi, incentivato! Il testo della Riforma PA punta infatti all’adozione “in via preferenziale di contratti a tempo parziale“. Sarebbe una sorta di rivoluzione.
(Fonte: www.comuni.it)
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