Riforma delle province 2014, il calendario per l’attuazione e le scadenze

Cosa è cambiato e cosa succederà nei prossimi mesi

15 Aprile 2014
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La riforma delle province è ufficialmente in vigore dallo scorso 8 aprile, giorno in cui ha ufficialmente cessato di esistere la provincia come ente di primo livello, eletto direttamente dai cittadini.
Secondo quanto previsto nella roadmap disegnata dalla nuova legge approvata in via definitiva e poi pubblicata in Gazzetta Ufficiale, però, la transizione dal precedente regime a quello previsto dal d.d.l. Delrio, non sarà automatica. Serviranno mesi, nella migliore delle ipotesi, cioè quella in cui i tempi verranno pienamente rispettati, oppure anche più di un anno, qualora venga richiesto un margine maggiore del previsto.

Cosa è cambiato da ora
Innanzitutto, con l’entrata in vigore della riforma le 107 province sono state trasformate in 97 enti di area vasta e 10 città metropolitane, guidate dai commissari provinciali – cioè i presidenti uscenti – fino alla fine del 2014. Scompasa del tutto l’elettività degli organi della provincia e la percezione delle indennità per assessori e dei gettoni di presenza per i consiglieri.

La prima scadenza di settembre
Innanzitutto, entro la fine del prossimo mese di settembre andranno rinnovati almeno i consigli, nella misura in cui quelli decaduti saranno in carica solo fino a che non saranno attuate le disposizioni della legge Delrio.

La fine del 2014
Con la fine dell’anno, sicuramente 19 amministrazioni ora guidate da un commissario e 45 consigli che sarebbero dovuti andare a elezioni il prossimo 25 maggio, saranno trasformati secondo la nuova conformazione. In assemblea e giunta, consiglieri e sindaci dei comuni compresi nel territorio della provincia e il presidente scelto tra i primi cittadini. La carica di tutti corrisponde a due anni.
Più di tutto, però, entro il 31 dicembre dovranno essere approvati i nuovi statuti delle province 2.0 e delle città metropolitane, esclusa Reggio Calabria che vedrà la luce a partire dal 2016.

Regioni a statuto speciale
Tutto immutato, invece, in Val d’Aosta e nelle Province autonome di Trento e Bolzano. In Sardegna si attende di aggiornare lo statuto regionale dopo il referendum che ha abolito quattro delle otto amministrazioni provinciali, mentre in Friuli è al vaglio una proposta di legge costituzionale che cancellerà le province anche dal Nord-Est. Infine, la Sicilia ha istituito i liberi consorzi al posto delle storiche province. Per queste ultime tre regioni, il termine ultimo per aggiornare le proprie norme è quella di aprile 2015.

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