Rifiuti: Unep, serve più riciclo dei metalli dei prodotti hi-tech

l 6 Giugno 2011
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L’80% dei prodotti che contengono piombo vengono riciclati, soprattutto le batterie, così come oltre la metà dei componenti in ferro e i principali componenti dell’acciaio, ma anche platino, oro, argento e la maggior parte dei metalli preziosi. Ma mentre l’oro delle applicazioni industriali viene riciclato all’80-90%, quello per i prodotti elettronici arriva appena al 10-15%. Il resto dei metalli invece, a livello globale, sostanzialmente non si ricicla, inclusi materiali come l’indio, impiegato in seminconduttori, le luci al led, lastre mediche e apparecchi fotovoltaici.
E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Unep che ha analizzato il livello di riciclo di 60 metalli. Secondo lo studio, meno di un terzo dei metalli studiati ha un tasso di riciclo a fine vita di oltre il 50%, mentre per 34 la quota scende a meno dell’1%. “Non riciclando i metalli e gettandoli via – afferma Thomas Graedel, docente dell’Università di Yale e fra gli autori del rapporto – le economie mondiali stanno eludendo importanti benefici ambientali e aumentando la possibilità di rimanere con poche risorse. Se non abbiamo subito disponibili questi materiali a prezzi ragionevoli, gran parte della tecnologia moderna semplicemente non può arrivare”.
Prodotti dal design più ‘intelligente’, sostegno alla gestione dei rifiuti ai paesi in via di sviluppo e incoraggiare il riciclo di vecchi prodotti di elettronica: queste le raccomandazioni dell’Unep. “A dispetto degli sforzi significativi – afferma lo studio – in tanti paesi e regioni, diversi tassi di riciclo di metalli è basso in maniera scoraggiante e una ‘societa’ del riciclò appare solo una speranza lontana”. Il che è particolarmente frustrante, considerando che i metalli sono interamente riciclabili e la stima è che costi di meno dal punto di vista energetico ridargli nuova vita che estrarne di nuovi.
“In teoria – aggiunge Steiner – i metalli possono essere utilizzati più volte, minimizzando il ricorso all’estrazione e alla lavorazione di materiali vergini, risparmiando così energia e acqua e minimizzando il degrado ambientale. Aumentare il livello del riciclo a livello mondiale può quindi contribuire alla transizione ad un’economia verde efficiente, generando ‘posti di lavoro verdi’ “.

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