Arrivato a un passo dalla soluzione venerdì scorso, il rebus del riequilibrio di bilancio per Comuni e Province è sprofondato nell’incertezza per la crisi del Governo e l’implosione della maggioranza che lo sostiene.
Il problema (si veda anche Il Sole 24 Ore del 25 settembre) nasce da un incrocio di date nel travagliato calendario 2013 della finanza locale. Comuni e Province devono approvare entro il 30 settembre il riequilibrio di bilancio, come prevede l’articolo 193, comma 2 del Dlgs 267/2000 per garantire che la gestione effettiva non abbia messo a rischio la dinamica dei conti disegnata dal preventivo, ma quest’anno il termine per i bilanci preventivi slitta al 30 novembre, per cui molti enti (Milano e Roma, solo per citare i maggiori) sono ancora invischiati nella gestione in dodicesimi e non hanno bilanci da «riequilibrare». I Prefetti, però, secondo la legge devono entrare in campo, assegnare un massimo di 20 giorni per procedere e, se nulla si muove, arrivare al commissariamento del Comune o della Provincia.
Come si esce dal cortocircuito? L’ultima bozza del decreto Iva circolata prima dello scontro in consiglio dei ministri prevedeva due soluzioni alternative. La prima rendeva facoltativa per tutti l’adozione del riequilibrio e la seconda, caldeggiata dal Viminale per mantenere comunque una verifica su uno degli aspetti più delicati della gestione, imponeva di approvare la delibera negli enti locali in cui il preventivo avesse visto la luce entro il 31 agosto. Il decreto Iva è saltato trascinando con sé entrambe le ipotesi, il termine del 30 settembre è scaduto ieri sera e la macchina dei Prefetti dovrebbe partire a termini di legge.
Alla caccia di soluzioni, si può individuare l’articolo 1, comma 381 dell’ultima legge di stabilità (legge 228/2012), che aveva fatto slittare al 30 settembre i termini per il preventivo (poi spostati ulteriormente in avanti dal Dl 102/2013, quello che ha cancellato la prima rata Imu) e aveva reso facoltativa la delibera di riequilibrio solo per gli enti che non abbiano approvato in ogni caso il bilancio di previsione entro il 1° settembre.
La norma è ancora in vigore, perché la nuova proroga contenuta nel Dl 102/2013 non l’ha cancellata, e offre una soluzione utile sia a verificare i conti negli enti che hanno approvato i bilanci sia a evitare obblighi incoerenti nei casi in cui i conti siano ancora delle ipotesi.
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