L’unica cosa su cui vanno d’accordo è che questa volta saranno tanti gli italiani all’estero che voteranno al referendum. E tanto per i promotori del Sì, quanto per i comitati del No, il loro peso potrebbe oscillare tra il 5 e il 6 per cento dei votanti complessivi, prendendo per buona l’ipotesi di Renzi di 25-30 milioni alle urne. Vuol dire, in cifra assoluta, tra il milione e 400 centomila e il milione e mezzo di connazionali che voteranno all’estero e che in caso di testa a testa potrebbero rivelarsi decisivi. Con la maggioranza che si dovrebbe schierare per il Sì. È con queste previsioni che negli ambienti di governo spiegano il ricorso annunciato dal No sui voti all’estero: “In giro per il mondo rischiano il cappotto e ora mettono in dubbio quel voto”. I renziani sono convinti che i ricorsi verrebbero respinti. E quelli tra di loro che conoscono bene le nostre comunità – particolarmente attivi Boschi e Gozi – confidano sul fatto che “gli italiani all’estero già si sentono esclusi, se poi metti in dubbio il loro voto si arrabbiano e il Sì cresce”.
Chi vive all’estero ha già ricevuto le schede elettorali. Le buste con il voto e il codice a barre anti-brogli dovranno essere restituite ai consolati entro il 1° dicembre e da lì arriveranno in Italia nei sacchi diretti all’hangar di Castelnuovo di Porto.
Dal conto delle prime schede arrivate ai consoli, i votanti sono decisamente più di quelli del referendum sulle trivelle, 700mila, e forse anche delle politiche del 2013, quando votarono 1,2 milioni dei circa 4 che aventi diritto…
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