Recovery Plan: iter attuativo, risorse e progetti del piano del Governo

Gli assi portanti del PNRR che possiedono ampio rilievo per gli Enti locali: indirizzi europei e programmazione italiana. E-BOOK MONOGRAFICO GRATUITO

14 Aprile 2021
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Come noto, il Governo Draghi (insediatosi nello scorso mese di febbraio) ha assunto, tra le proprie priorità, la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR, cd. Recovery Plan) per l’Italia, dopo che il Consiglio dei ministri del precedente premier Giuseppe Conte lo aveva approvato il 7 dicembre 2020. Il Piano dovrà dare attuazione, nel nostro Paese, al programma dell’Unione europea Next Generation EU, varato per affrontare la crisi da Coronavirus, integrando il Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027.

Next Generation EU e ripresa dopo la pandemia

Il Programma Next Generation EU (NGEU) è stato istituito dal Consiglio Europeo attraverso il Regolamento (UE) 2020/2094, un programma eccezionale per fronteggiare la situazione causata dall’emergenza epidemiologica e scongiurare il deterioramento dell’economia, dell’occupazione e della coesione sociale fornendo un impulso a una ripresa sostenibile e resiliente dell’attività economica europea. Il Piano nell’ambito del bilancio settennale europeo prevede che la Commissione europea sia autorizzata a contrarre prestiti, per conto dell’Unione, sui mercati dei capitali fino a un importo di 750 miliardi di euro (a prezzi 2018). L’attività di assunzione dei prestiti cesserà al più tardi alla fine del 2026, mentre il rimborso dei prestiti inizierà a partire dal 1° gennaio 2027 con termine fissato al 31 dicembre 2058. Le risorse saranno disponibili per gli Stati membri, sotto forma di prestiti, per 360 miliardi di euro, e sovvenzioni per 390 miliardi di euro.

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I sette programmi che compongono il Piano

Il Piano prevede l’azione congiunta di sette programmi. Eccoli elencati di seguito:

  • il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility);REACT-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), lo strumento che prevede fondi europei aggiuntivi alle politiche di coesione per affrontare la crisi sanitaria ed economica provocata dal Coronavirus;
  • il Fondo per una transizione giusta (JTF) costituito per far fronte a gravi sfide socioeconomiche derivanti dalla transizione verso la neutralità climatica;
  • Orizzonte Europa, il programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027;
  • RescEU, risorse mobilitate dalla Commissione, a sostegno dei Paesi impegnati a rispondere a catastrofi di particolare entità, anche al di fuori dell’Unione Europea;
  • InvestEU, il nuovo programma comunitario per sostenere gli investimenti che sostituisce il FEIS (Fondo europeo per gli investimenti strategici), istituito dopo la crisi finanziaria 2009 con il piano Juncker;
  • i Fondi per lo Sviluppo Rurale.

Recovery Plan: la declinazione per gli Enti locali

Rammentiamo, come si può leggere nel recente approfondimento della nostra Paola Morigi, che il Recovery Plan rappresenta un documento di programmazione importante, non solamente per i possibili finanziamenti comunitari che andranno a sostenerlo, ma anche perché dovrebbe essere supportato da una serie di riforme che saranno propedeutiche alla ripresa economica, indispensabile in un momento così particolare e difficile per la nostra economia. E in tale contesto anche gli Enti locali dovranno conoscere gli assi portanti del PNRR, dal momento che questo li faciliterà nell’indirizzare i propri investimenti e nel favorire, di concerto con le istituzioni comunitarie, nazionali e regionali, quello sviluppo che consentirà anche al nostro Paese di tornare a competere sui mercati mondiali.

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