Il solo stanziamento delle risorse, difatti, non è ritenuto sufficiente: occorre infatti anche un presidio di facilitazione e di verifica dell’utilizzo delle somme relative all’attuazione del PNRR; ciò in quanto l’implementazione delle sinergie di cui tratta l’articolo 7 non può prescindere dal rispetto delle funzioni proprie dell’ANAC di potenziamento delle banche dati e garanzia della trasparenza. Sarebbe profondamente scorretto attivare nuove procedure acceleratorie senza prevedere meccanismi di tutela attivabili ex ante, ad esempio la tracciabilità delle procedure mediante l’uso di strumenti elettronici. Non può infatti essere trascurata la cooperazione sinergica tra le diverse istituzioni in un’ottica di armonizzazione poiché è fondamentale garantire l’efficacia dell’azione delle Autorità indipendenti e degli organismi di vigilanza. Su alcune questioni, secondo il vertice ANAC, potrebbero sorgere problemi di compatibilità con la disciplina europea, a partire dalle società in house qualificate di cui tratta l’articolo 10: queste sarebbero utilizzate da enti che non svolgono il previsto controllo analogo, finendo peraltro per innalzare la soglia degli affidamenti diretti a 139 mila euro. Concludendo, il presidente Busia ha espresso un parere favorevole circa l’intero impianto del d.l. n. 77/2021 e, in particolare, sulle disposizioni che promettono un utilizzo strategico dei contratti pubblici volto ad assicurare l’inserimento occupazionale, l’imprenditoria giovanile e la parità di genere.
Recovery Plan, bene il rafforzamento amministrativo ma senza dimenticare tutele e trasparenza
Il presidente dell’ANAC Giuseppe Busia è stato ascoltato in audizione presso la VIII Commissione della Camera dei deputati nell’ambito dell’esame del Decreto Semplificazioni 2021
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