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La questione delle società in house
Tra i temi affrontati da Busia, c’è anche quello delle società in house. “Come Autorità di Vigilanza sui contratti – ha detto il presidente dell’Autorità – chiediamo ci sia una motivazione seria da parte dell’ente prima di avvalersi per ogni gestione di servizi di una propria società in-house. Oggi la maggior parte dei servizi pubblici, specie locali, viene gestite da società di proprietà degli enti, senza alcuna forma di concorrenza e di trasparenza. Noi chiediamo che la Legge sulla Concorrenza spinga gli enti a motivare perché ricorrono all’in house, evidenziando la convenienza economica e sociale di questo. Altrimenti non sappiamo nemmeno se è un vantaggio per la cittadinanza e per i conti pubblici tale ricorso preponderante all’in-house”.
La richiesta al Parlamento
ANAC ha quindi rivolto un appello al Parlamento, chiedendo di inserire “questo obbligo, dando trenta giorni di pubblicità alle imprese e ai cittadini per verificare se effettivamente c’è convenienza da parte dell’ente, o invece sono altre le ragioni che spingono ad un uso così spropositato dell’in-house. L’in-house non può essere un escamotage per sottrarre appalti alla concorrenza”.
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