Lo scorso anno nel mese di marzo gli enti locali e più in generale le amministrazioni pubbliche hanno predisposto ilPiano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie, dirette ed indirette, con il quale hanno dato seguito a quanto previsto dall’art. 1, commi 611-614, della l. 23.12.2014, n. 190 (1) (la legge di stabilità del 2015) ed elencato le società partecipate che si intendevano dismettere, sulla base dei criteri fissati dal legislatore. Il Piano è poi stato pubblicato sul sito istituzionale dell’ente ed inviato alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti.
Ora un nuovo appuntamento attende gli enti destinatari delle norme sulle partecipate. Infatti entro il 31 marzo 2016 dovrà essere predisposta una Relazione con i risultati conseguiti: anche questa verrà riportata sul sito istituzionale e trasmessa alla Corte dei conti.
Ma come dovrà essere predisposta la Relazione sulle società partecipate?
Anche se non è stato formulato un preciso modello di riferimento non possiamo ignorare l’importanza dell’appuntamento di fine marzo, dal momento che intorno alle società partecipate si concentrano molte attenzioni.
Sappiano, infatti che, sulla base della delega contenuta nella legge 7.8.2015, n. 124, verrà predisposto un testo unico sulla materia, per fare chiarezza e consentire un ridimensionamento delle società, cresciute a dismisura negli ultimi anni. È difficile preventivare “a tavolino” quale dovrà essere il numero delle società che usciranno dalla riforma: sicuramente le 8.000 che sono state censite quando un paio d’anni fa è uscito il “Piano Cottarelli” sono troppe, ma è difficile sostenere che si debba andare verso numero predefinito a priori – e l’operazione non avrebbe molto senso – o piuttosto alla verifica del rispetto di criteri predeterminati.
Va precisato che proprio recentemente, anche per consentire una corretta predisposizione entro il 31 marzo prossimo delle Relazioni, vi sono sezioni regionali della Corte dei conti che hanno reso noto agli enti locali e agli enti pubblici la bozza del Rapporto che la Corte dei conti presenterà proprio sulle società partecipate, sulla base degli elementi conoscitivi pervenuti entro il 31 marzo dello scorso anno.
La lettura di tale Rapporto si rivela sicuramente utile perché consente, ad ogni ente, di confrontarsi con gli altri e di vedere se le azioni che si sono intraprese sono in linea con le volontà che il legislatore nazionale intende perseguire.
Fatte queste doverose premesse vediamo come potrebbe articolarsi la Relazione al Piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie da portare all’attenzione degli organi deliberanti entro la fine del corrente mese, per poi essere pubblicata e trasmessa alla Corte dei conti.
A nostro parere, dopo aver richiamato in una Premessa iniziale la precedente deliberazione, contenente l’elenco delle partecipate che si intendevano dismettere, il testo dovrebbe contenere un paragrafo con le Attività svolte,nel quale si darà conto degli atti che si sono effettuati dopo l’approvazione del Piano: determinazioni dirigenziali per fissare i valori patrimoniali delle società, bandi d’asta pubblica, offerte pervenute, ecc.
In un successivo punto, che potrebbe denominarsi Risultati conseguiti, le società oggetto di alienazione potrebbero essere elencate una per una, con a fianco le azioni intraprese, le alienazioni effettuate, eventuali variazioni impostate qualora la vendita non risultasse fattibile ad un prezzo congruo, ecc.
Infine nella Parte conclusiva della relazione potrebbero evidenziarsi i risparmi ottenuti a seguito dell’alienazione, quali ad esempio minori quote consortili da pagare, mancato coinvolgimento nei processi di copertura delle perdite d’esercizio, ecc.
Naturalmente va osservato che, sulla base di quanto si sta profilando, è possibile che il Piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie e la successiva Relazione con il nuovo Testo unico in corso di definizione divengano un appuntamento annuale con il quale gli enti locali e le diverse p.a. saranno chiamati a confrontarsi. Pertanto sarà fondamentale prestare a questi appuntamenti la dovuta attenzione non solo in termini di possibili risparmi che possono derivare all’ente con la loro adozione e aggiornamento continui, ma anche quale base di confronto per definire chiaramente le politiche future che si intendono intraprendere. In altri termini non ci si potrà limitare ad analizzare gli effetti che si produrranno nel breve periodo razionalizzando le partecipate, ma si dovrà ragionare anche in un’ottica di medio-lungo periodo per capire cosa convenga fare e su quali modelli digovernance, utili per la città e per l’ente che si governa, ci si debba assestare.
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(1) L’ art. 1, comma 611, della legge 190/2014 prevedeva infatti una casistica ben definita:
“a) eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione;
b) soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti;
c) eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di funzione o di internalizzazione delle funzioni;
d) aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica;
e) contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni.”
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di Elisabetta Civetta | DESCRIZIONE | INDICE | euro 64,00 >>> ACQUISTA IL VOLUME |
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