Rapporto Ecomafia 2017: diminuiscono i reati ambientali accertati

Rapporto presentato da Legambiente: il monitoraggio delle storie e dei numeri della criminalità ambientale in Italia

5 Luglio 2017
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“Nel 2016 si comincia ad intravedere la luce in fondo al tunnel” nel mondo dell’illegalità e dei reati ambientali ed edilizi. Ad affermarlo è Legambiente, che da anni analizza e monitora il fenomeno nel rapporto Ecomafia 2017 e che nella giornata di ieri ha presentato l’edizione 2017.

Rapporto Ecomafia 2017: focus

Il giudizio affiora dai dati: lo scorso anno sono diminuiti i reati ambientali accertati (-7%) ma al tempo stesso è aumentato il successo dell’attività repressiva: +20% di arresti, +3% di sequestri, +17% di denunce. “Merito prima di tutto – afferma Legambiente – del rinnovato impianto legislativo, finalmente in grado di colpire gli ecocriminali, smontando definitivamente quella corazza di impunità dove ingrassavano e proliferavano beati da decenni”. Il riferimento è alla legge sugli ecoreati: “Uno dei meriti di questo nuovo confortante quadro è sicuramente da attribuire all’applicazione della legge 68/2015 sugli ecoreati”. È quanto emerge in sintesi da “Ecomafia 2017” di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, presentato ieri a Roma alla Camera e Deputati. Un volume che raccoglie i numeri delle illegalità ambientali, quattro nuovi approfondimenti (dedicati allo sfruttamento degli animali da reddito, al mercato degli shopper illegali, all’allarme delle illegalità nei parchi e alle navi dei veleni) e una serie di best practises promosse da Legambiente; ma soprattutto anche per questa edizione Ecomafia 2017 fa il punto sui risultati che si stanno ottenendo in maniera sempre più sistematica grazie alla legge sugli ecoreati.

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