Quote rosa sempre più vicine

Pari opportunità

Il Sole 24 Ore Nord-Est
2 Marzo 2011
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Incentivare la presenza delle donne nel lavoro e nella politica, anche studiando l’ipotesi di quote rosa. Sono diverse le opzioni sul tavolo della commissione Pari opportunità della regione Veneto. «Ci siamo mosse su più fronti – dice la presidente Simonetta Tregnago – con particolare riguardo al tema del lavoro: in un momento di crisi si tende a emarginare le donne, anche in una realtà dinamica e trainante come la nostra». Secondo i dati Istat, rielaborati dall’ufficio regionale di Statistica, dei circa 2,5 milioni di donne venete, 861mila sono occupate. Nell’86,2% sono dipendenti, ma in azienda l’inquadramento non è quasi mai elevato: secondo i dati di Manageritalia, solo l’8,4% dei dirigenti veneti è donna, contro l’11,9% della media nazionale. Secondo le rilevazioni del Censis, inoltre, la presenza femminile nelle professioni è in linea con la media italiana (39%); non così il numero di imprenditrici: in Veneto è il 22,4% (con il picco di Rovigo, 26,4%), in Italia è il 25,6 per cento. Sulle fragilità del lavoro al femminile si articolano, dunque, le tre indagini promosse dalla commissione Pari opportunità. La prima, in collaborazione con Veneto Lavoro, sarà pronta per l’estate, e servirà a fotografare la situazione occupazionale delle donne, per valutare gli effetti della crisi. La seconda, dedicata alla presenza femminile nel mondo delle professioni, ha l’obiettivo di verificare le pari opportunità di accesso e di esercizio, «spronando ciascun ordine a costituire organismi di parità», aggiunge Tregnago. Per ultimo, in autunno, sarà concluso lo studio “Donne e tecnologia”, curato dal dipartimento di Informatica dell’università di Venezia, che indagherà le disparità di genere nell’ambito della formazione e occupazione delle donne nelle scienze e tecnologie informatiche. Un gap che sembra destinato a colmarsi, se si considera che il master in Biotecnologie per l’impresa, finanziato dalla regione Veneto, in collaborazione con Isib-Cnr e fondazione Cuoa, concluso la settimana scorsa con la consegna dei diplomi a Villa Valmarana Morosini di Altavilla, ha formato 30 nuovi esperti nell’applicazione delle biotech nei settori agroalimentari, chimico, farmaceutico, diagnostico e ambientale, 25 dei quali donna. Il campo in cui, però, le venete risultano più penalizzate è la partecipazione alla vita politica. «A Palazzo Ferro-Fini sono state elette solo quattro consigliere due delle quali, Elena Donazzan e Isi Coppola, sono anche assessori – commenta Tregnago -. È una composizione che non rispecchia la società. È quindi necessario inserire un correttivo». Nel momento in cui la commissione Statuto si appresta a riscrivere la legge elettorale veneta, anche l’organismo di Pari opportunità, basandosi sugli esiti di un approfondimento, condotto sulle leggi elettorali delle altre regioni, che impegna il politologo Paolo Feltrin, formulerà una propria proposta per facilitare l’accesso delle donne nelle istituzioni regionali. «L’introduzione delle quote rosa per un periodo a termine, sarà probabilmente inevitabile», conclude la presidente.

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