Quote rosa, sentenza apripista a Roma. Il TAR del Lazio ha annullato la giunta del comune per il mancato rispetto della rappresentanza femminile. Lo statuto del Campidoglio prevede, infatti, una equilibrata presenza tra donne e uomini mentre nell’attuale giunta capitolina è presente un solo assessore donna, Sveva Belviso. Per il sindaco Gianni Alemanno si tratta ora di creare una nuova giunta: al momento, di certo c’è l’ingresso in squadra, con una delega per la promozione della città in vista delle Olimpiadi 2020, di Rosella Sensi, fino a pochi giorni fa presidente della Roma Calcio. “Quando il sindaco mi ha proposto l’incarico di assessore ho sentito di poter raccogliere il testimone di mio padre, che ha sempre lavorato per far promuovere Roma nel mondo”, le prime parole della Sensi. “Lunedì o martedì presenteremo la nuova giunta”, ha annunciato venerdì scorso lo stesso Alemanno. La delega all’ex patron giallorosso “non sarà sostitutiva di altre deleghe ma avrà carattere trasversale e riguarderà la promozione della città, la candidatura alle Olimpiadi e i Grandi Eventi”, ha precisato Alemanno che poi ha sottolineato: “il fatto che siamo allo stesso tavolo con il vicesindaco, Mauro Cotrufo, smentisce le voci secondo cui dovesse essere lui la vittima sacrificale”. Quanto alla sentenza del TAR, il sindaco ha spiegato di aver ritenuto “che la composizione della giunta fosse giusta, non ottimale come più volte ripetuto ma non sbagliata a tal punto da ritenerla illegittima”. In ogni caso, per il sindaco “la decisione del TAR era nell’aria ma abbiamo voluto aspettare perché per noi non è una decisione giusta. Comunque c’è una sentenza, ne prendiamo atto e non faremo ricorso”. E scoppia la polemica politica: per Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, “la sentenza del TAR che ha bocciato sulla rappresentanza femminile la giunta Alemanno sancisce una vittoria delle donne, della giustizia e della democrazia”, ma è anche “l’ennesima bocciatura di Alemanno”. Sulla stessa linea il segretario romano del Pd, Marco Miccoli, secondo cui “il TAR sulle quote rosa ha dato un altro schiaffo ad Alemanno, che fa l’ennesima figuraccia di questi suoi tre anni di disastri”. Si spingono oltre l’Idv e i Verdi, che chiedono le dimissioni del sindaco per andare subito al voto nella Capitale. Cosi’ come l’ex Ministro delle pari opportunità Barbara Pollastrini, secondo cui ad Alemanno “non basta chiedere scusa e chiudere il caso frettolosamente. È un sindaco di fatto delegittimato che dovrebbe dimettersi”. “La situazione venutasi a creare nel Comune di Roma, dimostra come l’incauta e demagogica gestione del problema di dare pari opportunità alle donne attraverso l’imposizione delle quote rosa, non solo straccia l’articolo 3 della Costituzione ma per rimediare a teoriche discriminazioni deve ricorrere a brutali ed immotivate decimazioni”, afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi. “Il sindaco di Roma – prosegue – si trova infatti oggi nella necessità di eliminare uno o due assessori maschi soltanto in base al loro sesso, saltando a piedi pari competenze, professionalità, capacità di gestione ed equilibri tra forze politiche che sono il sale della democrazia. È necessario pertanto che la politica ragioni su questa deriva e nel frattempo eviti ulteriori danni irreparabili alle istituzioni andando a mettere in discussione il tandem Alemanno-Cutrufo indicati dagli elettori come sindaco e vice sindaco di Roma”. Il rebus per Alemanno sembra comunque difficile da risolvere. Tra l’altro le “consultazioni “ sono in queste ore rese più ardue dal malcontento serpeggiante per il fatto che la scelta di Rosella Sensi non sia stata dal sindaco condivisa con il Pdl. Alla fine, suggerisce qualcuno, per non scontentare nessuna delle componenti pidielline, il primo cittadino potrebbe essere costretto a sacrificare l’unico assessore alemanniano, Marco Visconti (Ambiente). O, più probabilmente, i tecnici De Palo (Scuola), Lamanda (Bilancio) o Corsini (Urbanistica). Ma neanche l’augelliano Enrico Cavallari (Personale) sembra intoccabile. Intanto, c’è chi tra i romani (soprattutto laziali, ma non solo) non sembra aver gradito l’ingresso in giunta della ex presidente della Roma. E ha fatto partire un gruppo Facebook (400 iscritti) e una petizione on-line (250 firme) per dire che fare assessore la Sensi, “una donna che ha portato al collasso un’azienda, una squadra di calcio”, sarebbe uno “scempio”.
Quote rosa, Roma apripista
Il TAR del Lazio ha annullato la giunta per il mancato rispetto della rappresentanza femminile. Scoppia la polemica, ma per il Governo la decisione stravolge l’articolo 3 della Costituzione
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