ROMA – Togliere i fondi ai Comuni che non hanno speso il budget loro assegnato. E, d’accordo con il ministero, mettere quel denaro nelle mani della Regione per poterli riutilizzare puntando su sei punti principali: l’edilizia scolastica, la viabilità, il marketing territoriale, il ciclo delle acque, i rifiuti e i servizi sociali. È questa la principale richiesta che il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha portato ieri pomeriggio al ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto. «Un incontro cordiale» dicono entrambi, durato meno di quaranta minuti nella sede del ministero agli Affari regionali in via della Stamperia. Un incontro carico di valenze politiche ma soprattutto economiche. Attorno a queste decisioni gira gran parte del futuro economico della Puglia: in ballo ci sono tre miliardi e trecento milioni di euro, più spiccioli. Da una parte ci sono circa 150 milioni di vecchi Fas. I Por sono 166 milioni mentre la maggior parte della fetta è data dai tre miliardi dei nuovi Fas che serviranno a coprire per il 50 per cento (35 in quota ministero e 15 in quota ministeri) il cofinanziamento europeo. La prima tranche di denaro da spendere riguarda la premialità dei fondi Fas 2000-2006. Fondi nei quali Fitto e Vendola per forza di cose devono camminare a braccetto: la programmazione fu fatta dalla giunta Fitto mentre la progettazione appartiene a quella dell’attuale presidente della Regione. Ora il problema riguarda lo sblocco di 91 milioni di euro come premialità. Premialità che si incasserebbe se e soltanto se la Regione dimostra di aver speso i soldi ricevuti. Secondo il ministro, dei fondi è stata spesa una cifra molto bassa. Vendola – che ieri era con il capo di gabinetto, Francesco Manna e l’assesore al Bilancio, Michele Pelillo – ha presentato invece cifre diverse: «Le nostre carte – dice il governatore – dicono che la Regione Puglia ha impegnato per il 90 per cento le risorse del vecchio Fas e le spese superano il 50 per cento di questi impegni». L’inghippo arriverebbe – secondo i tecnici della Regione – dalle stazioni appaltanti. E cioè dai Comuni. «Noi trasferiamo soldi a loro e spesso rimangono incagliate perché hanno una serie di problematiche da un punto di vista amministrativo». Da qui l’idea di una riprogrammazione «concordata – insiste Vendola – con il Ministero». La Regione vuole togliere i soldi ai Comuni immobili e gestirli da sola puntando proprio sulle sei emergenze. Per farlo, però, vuole il bene placet di Fitto. Che per il momento non è arrivato, seppure esiste la disponibilità a parlarne. «Da questo incontro – ha spiegato il ministro a margine del vertice – è venuto fuori che esiste sicuramente un margine di recupero e riprogrammazione dei soldi non spesi da fare in collaborazione con le Regioni. Noi lavoreremo su questo. Bisogna però fare scelte che abbiano ripercussioni sul territorio». Fitto non vuole scendere però nel terreno tracciato da Vendola e decidere insieme i tagli ai Comune. «Queste sono scelte che spettano agli enti locali. Noi dobbiamo fare in modo che vengono utilizzati e lo si faccia in maniera migliore rispetto a quanto stato fatto fino a oggi». Non è un caso che nell’incontro si sia parlato della programmazione dei nuovi fondi strutturali. E che sia Fitto sia Vendola siano andati sostanzialmente nella stessa direzione. Il ministro ha parlato di «una differente che è quella degli interventi strategici». Il governatore ha fatto i nomi e i cognomi: «I nuovi fondi siamo pronti a gestirli insieme con il Governo puntando su opere interregionali. Faccio un esempio su tutti, la priorità: l’alta capacità ferroviaria tra Bari e Napoli».
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