Il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, ha confermato che nei prossimi anni ci saranno massicci ingressi nei ranghi delle amministrazioni, confermando di fatto quanto evidenziato dal sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti negli scorsi giorni. “Esiste un dato di fatto – ha spiegato il ministro – nei prossimi 5 anni andranno in pensione circa 450mila lavoratori pubblici, una sfida, che deve consentirci di evitare una sostituzione sostanzialmente automatica”. Proprio perché consapevoli di questa sfida, ha aggiunto ancora la Madia, “abbiamo già messo in pista nei mesi scorsi gli strumenti, senza fare una nuova legge o stanziare nuove risorse economiche, per un reclutamento ordinario che, dopo anni di blocchi del turnover e di assunzioni senza concorso, consenta di scongiurare gli errori del passato”. Come per esempio per il superamento del precariato storico, con la stabilizzazione di tutti coloro che hanno lavorato per 3 anni, anche non consecutivi, negli ultimi 8 anni in un’amministrazione pubblica. E ancora, nei mesi scorsi, ha ricordato ancora il ministro, è stato stabilito lo “sblocco del turnover per quelle amministrazioni, come i Comuni, che ne hanno particolare bisogno”. Con la riforma del Pubblico Impiego, entrata in vigore quest’estate, è stata introdotta “la nozione di fabbisogno, al posto delle dotazioni organiche, per governare un ricambio non automatico, ma selettivo e ragionato, del personale pubblico, anche consentendo assunzioni straordinarie dove queste servono, come, ad esempio, le forze dell’ordine”.
Pubblico Impiego, all’orizzonte la riforma delle procedure di selezione dei dipendenti
Analisi dei fabbisogni e selezioni mirate: le dichiarazioni del ministro Madia
Il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, ha confermato che nei prossimi anni ci saranno massicci ingressi nei ranghi delle amministrazioni, confermando di fatto quanto evidenziato dal sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti negli scorsi giorni. “Esiste un dato di fatto – ha spiegato il ministro – nei prossimi 5 anni andranno in pensione circa 450mila lavoratori pubblici, una sfida, che deve consentirci di evitare una sostituzione sostanzialmente automatica”. Proprio perché consapevoli di questa sfida, ha aggiunto ancora la Madia, “abbiamo già messo in pista nei mesi scorsi gli strumenti, senza fare una nuova legge o stanziare nuove risorse economiche, per un reclutamento ordinario che, dopo anni di blocchi del turnover e di assunzioni senza concorso, consenta di scongiurare gli errori del passato”. Come per esempio per il superamento del precariato storico, con la stabilizzazione di tutti coloro che hanno lavorato per 3 anni, anche non consecutivi, negli ultimi 8 anni in un’amministrazione pubblica. E ancora, nei mesi scorsi, ha ricordato ancora il ministro, è stato stabilito lo “sblocco del turnover per quelle amministrazioni, come i Comuni, che ne hanno particolare bisogno”. Con la riforma del Pubblico Impiego, entrata in vigore quest’estate, è stata introdotta “la nozione di fabbisogno, al posto delle dotazioni organiche, per governare un ricambio non automatico, ma selettivo e ragionato, del personale pubblico, anche consentendo assunzioni straordinarie dove queste servono, come, ad esempio, le forze dell’ordine”.
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