Pubblico Impiego, all’orizzonte la riforma delle procedure di selezione dei dipendenti

Analisi dei fabbisogni e selezioni mirate: le dichiarazioni del ministro Madia

25 Settembre 2017
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Una nuova svolta per la Pubblica Amministrazione italiana? Ad evidenziarlo sono alcune anticipazioni rese note dal quotidiano Il Messaggero la scorsa settimana: nei prossimi giorni infatti il Ministero della Funzione Pubblica detterà i nuovi criteri per i concorsi pubblici e la metodologia per la rilevazione dei fabbisogni di personale nelle amministrazioni pubbliche. Si tratta di due “step” fondamentali. Le linee guida sui concorsi proveranno a rendere omogenee le procedure, sia per quanto riguarda le materie per le selezioni, sia per la scelta delle commissioni esaminatrici. Ci sarà anche un sito internet unico sul quale saranno pubblicati tutti i bandi per la ricerca di personale della Pubblica Amministrazione. L’intenzione, a livello complessivo, è quella di procedere sulla strada di selezioni “uniche” per profili simili. La riforma del Pubblico Impiego stabilisce che per gli Enti locali aderire ai concorsi unici è una facoltà, mentre per le amministrazioni centrali potrebbe diventare un obbligo attraverso una direttiva di Palazzo Chigi.
Il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, ha confermato che nei prossimi anni ci saranno massicci ingressi nei ranghi delle amministrazioni, confermando di fatto quanto evidenziato dal sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti negli scorsi giorni. “Esiste un dato di fatto – ha spiegato il ministro – nei prossimi 5 anni andranno in pensione circa 450mila lavoratori pubblici, una sfida, che deve consentirci di evitare una sostituzione sostanzialmente automatica”. Proprio perché consapevoli di questa sfida, ha aggiunto ancora la Madia, “abbiamo già messo in pista nei mesi scorsi gli strumenti, senza fare una nuova legge o stanziare nuove risorse economiche, per un reclutamento ordinario che, dopo anni di blocchi del turnover e di assunzioni senza concorso, consenta di scongiurare gli errori del passato”. Come per esempio per il superamento del precariato storico, con la stabilizzazione di tutti coloro che hanno lavorato per 3 anni, anche non consecutivi, negli ultimi 8 anni in un’amministrazione pubblica. E ancora, nei mesi scorsi, ha ricordato ancora il ministro, è stato stabilito lo “sblocco del turnover per quelle amministrazioni, come i Comuni, che ne hanno particolare bisogno”. Con la riforma del Pubblico Impiego, entrata in vigore quest’estate, è stata introdotta “la nozione di fabbisogno, al posto delle dotazioni organiche, per governare un ricambio non automatico, ma selettivo e ragionato, del personale pubblico, anche consentendo assunzioni straordinarie dove queste servono, come, ad esempio, le forze dell’ordine”.

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