Su ItaliaOggi del 27 luglio avevamo osservato come i tempi stabiliti dal decreto legge 95/2012 sulla spending review in materia di riordino delle province fossero troppo stretti per assicurare un’ordinata e ragionata attuazione di una riforma così importante. La situazione non è molto cambiata con le modifiche introdotte dalla legge di conversione 7 agosto 2012, n. 135 che ha sostituito in «riordino» le parole «soppressione e accorpamento», ha tentato di recuperare l’iniziativa dei comuni sulle modifiche delle circoscrizioni provinciali prevista dall’articolo 133 della Costituzione, ha ricondotto il potere di proposta del riordino dai Cal alle regioni e ha stabilito nuovi termini della complessa procedura con qualche frettolosa svista, come emerge dal calendario descritto dalla tabella in pagina.
Mentre permane la ristrettezza dei tempi per una seria e profonda riforma istituzionale, appare evidente come l’atto legislativo di riordino delle province di iniziativa del governo non possa essere emanato dieci giorni prima dell’invio delle proposte da parte delle regioni. Forse ha giocato l’inattesa rapidità dell’approvazione della legge di conversione e certamente si correrà ai ripari. Nel frattempo la procedura è in ritardo in tutte le regioni con un dibattito a livello politico che oscilla tra azioni di contenzioso nei confronti degli atti del governo, dispute sui capoluoghi e ipotesi più varie ed anche suggestive di riordino delle province. Non resta che attendere gli sviluppi nella speranza che ancora una volta non si cerchi di innovare senza che nulla cambi.
Province, riordino con svista
L’errore nella conversione in legge della spending review. E intanto i Cal sono già in ritardo
Italia Oggi
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