A confermare che sul capitolo Province dovrebbero arrivare alcuni ritocchi, non finalizzati comunque ad “addolcire” il taglio, è uno dei due relatori del provvedimento, Paolo Giaretta (Pd): «Si sta lavorando al completamento della norma sulle Province, prevedendo più tempo» per realizzare la riforma «entro l’anno ma con un maggiore coinvolgimento dei territori».
Ma le commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama, che stanno esaminando il decreto in sede referente, sono alle prese anche con altri possibili ritocchi. A cominciare dall’ampliamento della platea degli «esodati» da salvaguardare dalle nuove regole previdenziali, su cui spinge il Pd facendo leva sulla proposta-Damiano appoggiata alla Camera da tutta la maggioranza. L’individuazione della “copertura” resta però un ostacolo quasi insormontabile. Non a caso l’altro relatore, Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), di fronte a questa eventualità si è limitato ad affermare che una platea più ampia è possibile solo se «il governo è d’accordo» e se si «trovano i soldi». Un altro nodo è quello dell’eventuale cancellazione di alcune festività su cui starebbe riflettendo il Governo per aumentare la produttività. Al di là delle scelte dell’esecutivo, il ricorso a un emendamento al decreto sulla spending review appare, al momento, improbabile.
Giaretta e Pichetto Fratin ribadiscono che, allo stato attuale, gli altri capitoli su cui si stanno concentrando i ritocchi sono quelli degli enti locali e della sanità, a cominciare dalla spesa farmaceutica. Nel primo caso si punta anzitutto a una diversa ripartizione del giro di vite con l’obiettivo di penalizzare meno gli enti più virtuosi e ad approfondire la misura sulle società in house. Sulla sanità, l’alleggerimento verrebbe compensato da un taglio più massiccio ai ministeri.
Altro snodo delicato è quello del pubblico impiego. Il ministro della Pa, Filippo Patroni Griffi, ha convocato per il 25 luglio i sindacati, che sono andati all’attacco delle misure contenute nel decreto.
Proprio mercoledì 25 luglio il provvedimento dovrebbe approdare in Aula a Palazzo Madama, dove il Governo dovrebbe ricorrere alla fiducia, utilizzando la blindatura per accorpare nel testo del Dl 87/2012 sulle dismissioni. Che intanto sta procedendo in via autonoma e che potrebbe ottenere oggi l’ok in commissione. Con alcune novità di rilievo rispetto alla versione originaria. In primis sull’accorpamento delle Agenzie fiscali. Che andrà completato entro il 1° dicembre e non più entro 90 giorni per effetto di un emendamento che ha avuto ieri il via libera dei relatori, Giuliano Barbolini (Pd) e Cosimo Latronico (Pdl). Insieme alla proposta che la fusione di Entrate e Territorio e Dogane e Monopoli sia preceduta da una relazione al Parlamento del ministro dell’Economia. Altro cambiamento di rilievo la previsione di un termine di 60 giorni dall’esercizio dell’opzione d’acquisto di Sacem Fintecna e Simest da parte della Cdp, entro il quale l’Economia dovrà fissare con Dm il valore del trasferimento.
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