MILANO – Sperimentazione in due tempi per i nuovi conti di enti locali e regioni, che nei prossimi due anni metteranno alla prova i nuovi bilanci riscritti dal decreto legislativo 118/2011 prima dell’applicazione generalizzata nel 2014. La riscrittura integrale dei bilanci, che nella nuova disciplina affiancheranno contabilità finanziaria ed economica e imporranno il consolidato con le partecipate, sarà testata da un drappello di enti che saranno individuati definitivamente a breve; nel 2012, però, tutti gli effetti giuridici e autorizzatori rimarranno ai vecchi bilanci in contabilità finanziaria, e solo dall’anno successivo saranno assunti dai conti riformati. Anche per chi partecipa alla sperimentazione, inoltre, il consolidato nel 2012 resterà a livello di facoltà, per diventare indispensabile solo nell’anno successivo. Chi partecipa alla sperimentazione potrà contare su un incentivo applicato come “sconto” sugli obiettivi del Patto. Le prime ipotesi parlano di 20 milioni di euro, ma il conto finale potrebbe essere più generoso; l’incentivo è finanziato con una parte dei 200 milioni messi a disposizione degli enti virtuosi dal Dl 98/2011, ma la manovra-bis ha anticipato all’anno prossimo l’esclusione totale dei virtuosi dal contributo alla manovra, per cui la dote da 200 milioni al momento è libera. Sperimentatori a parte, il Dpcm varato lunedì in sede tecnica e atteso ora alla Conferenza unificata (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) interessa da vicino tutte le amministrazioni locali, per la profondità delle novità che andranno applicate dal 2014. Oltre a riformare la contabilità finanziaria, prevedendo che entrate e uscite possano essere iscritte solo nell’anno in cui l’obbligazione arriva a scadenza, e ad affiancarle il sistema economico-patrimoniale tipico delle aziende, le nuove regole introducono un «piano degli indicatori e dei risultati attesi», che passerà al setaccio ogni capitolo del bilancio, articolato per missioni e programmi. Tutte le novità convergono sull’obiettivo sostanziale di offrire ai conti locali maggiore trasparenza e vicinanza alla realtà gestionale dell’ente. La «competenza breve» serve a mettere tra le entrate e le uscite solo le risorse che effettivamente transitano dalle casse dell’ente nell’anno di riferimento, cancellando per esempio avanzi di amministrazione che alla prova dei fatti non esistono; la contabilità economica e il consolidato sono pensati per calcolare il risultato economico di ente e partecipate, per evitare che bilanci comunali apparentemente solidi si scoprano travolti dai buchi delle società; il «piano degli indicatori», poi, ha l’ambizione di misurare i risultati attesi in ogni servizio, mettendoli a confronto con gli obiettivi amministrativi messi a preventivo. Il tutto passa attraverso modifiche profonde a tutti gli aspetti della contabilità: il leasing finanziario, per esempio, sulla cui disciplina si sono esercitate molte sezioni della Corte dei conti, secondo il nuovo principio della contabilità finanziaria è sempre indebitamento, e quindi rientra in tutti i vincoli (tetto di spesa, destinazione solo a investimenti ecc.) che guidano il «rosso» locale.
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