Protezione dati, per il CCRE il nuovo regolamento Ue è inadatto al settore pubblico

18 Marzo 2014
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“Il nuovo regolamento UE sulla protezione dei dati personali non è adatto per il settore pubblico, le pubbliche amministrazioni utilizzano i dati personali  per essere in grado di fornire servizi ai cittadini, non a fini commerciali, mentre il  focus principale del regolamento restano i  giganti digitali di internet”. È questa la posizione del CCRE sul nuovo regolamento adottato dal Parlamento europeo. Molti degli emendamenti del PE determineranno un pesante aumento degli  oneri amministrativi e creeranno costi aggiuntivi per gli enti locali e regionali senza effettivamente beneficiare i cittadini o migliorare i loro diritti alla protezione dei dati. Gli enti locali e regionali appoggiano una riforma globale delle norme di protezione dei dati per garantire i diritti dei cittadini, ritengono tuttavia che l’attuazione del nuovo regolamento comporterebbe costi per gli enti pubblici  sproporzionati rispetto ai benefici  attesi per i cittadini. Il CCRE è del parere che gli emendamenti del PE siano troppo dettagliati per la pubblica amministrazione, per quanto concerne le procedure di regolamentazione, gli obblighi di  notifica e comunicazione, l’analisi dei rischi e gli studi di impatto, le consultazioni preventive e la designazione di responsabili della protezione dei dati, con compiti e obblighi  specifici. Secondo il governo britannico, il costo netto totale per l’attuazione del nuovo regolamento nel Regno Unito potrebbe raggiungere l’ammontare di € 292.000.000 l’anno. In Finlandia il costo stimato per i soli enti locali e regionali potrebbe raggiungere  200 milioni di euro nei primi anni di attuazione.

(Fonte: Aiccre)

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