Tensioni sul decreto D’Alia sui precari e sulla razionalizzazione della pubblica amministrazione. Il provvedimento è ora all’esame dell’aula del Senato, ma la commissione Bilancio di palazzo Madama non ha ancora dato il proprio parere; di fatto facendo slittare il confronto sull’articolato a martedì.
Secondo quanto si apprende nel mirino dei tecnici della Bilancio ci sarebbero essenzialmente tre disposizioni in odore di avere ripercussioni finanziarie (e quindi problemi di copertura).
In particolare, il faro si è accesso sulla norma che consente alle amministrazioni pubbliche, pur nel rispetto di una serie di vincoli, di poter prorogare i contratti a tempo determinato (con almeno tre anni di servizio) in vista delle future selezioni parzialmente riservate (50%) al personale precario, appunto. Secondo la commissione Bilancio le eventuali proroghe sarebbero onerose; e necessitano quindi di copertura.
Altra disposizione sotto esame è l’articolo 3 del Dl 101 che riguarda le società partecipate (direttamente o indirettamente dalla Pa). Questa disposizione consente a tali società, sulla base di un accordo tra di loro e senza consenso del lavoratore, processi di mobilità di personale in esubero, previa informativa ai sindacati. Prima di procedere a tali “cessioni” di personale le amministrazioni che controllano queste società dovranno adottare appositi piani industriali. Qui il rilievo sollevato dai tecnici della Bilancio è il rischio che tale “agevolazione” concessa alle società partecipate (che in concreto finiranno per assorbire personale proveniente da altre società partecipate) possa produrre effetti negativi in termini di gettito.
La terza norma sotto esame è l’articolo 10 del decreto che istituisce, sotto l’egida della presidenza del Consiglio dei ministri, l’«Agenzia per la coesione territoriale» che ha l’obiettivo di migliorare la gestione e l’utilizzo dei fondi europei, nuova programmazione 2014-2020. La futura Agenzia assorbirà il personale del dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica del ministero dello Sviluppo economico (ma 50 unità passeranno direttamente alla presidenza del Consiglio dei ministri). E ci sarà però pure l’assunzione a tempo indeterminato di 120 persone, altamente qualificate, da assegnare ai vari ministeri con compiti di assistenza e monitoraggio. Insomma, nuove risorse (e spese da affrontare) su cui i tecnici della Bilancio vogliono vederci più chiaro.
Il governo spera che la commissione Bilancio formuli il parere entro martedì. Intanto il ministro Gianpiero D’Alia, intervenuto ieri in Aula al Senato, è tornato a difendere la soluzione sui precari adottata nel provvedimento: «Ci sono circa 122mila contratti flessibili con un aumento negli ultimi 5 anni di 10mila unità.
Non si può continuare a far finta che il problema non esista». D’Alia ha poi bacchettato quelle amministrazioni (soprattutto regioni ed enti locali) che sono ancora in ritardo nel comunicare i dati su auto blu e consulenze: «Le prime costano oltre un miliardo di euro; le consulenze più di 1,3 miliardi. Ci sono margini di intervento per una riduzione della spesa. Ed è quello che punta a fare questo decreto».
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