ROMA – Lo aveva annunciato quest’estate, nel pieno delle polemiche sulle espulsioni dei rom decise dalla Francia di Nicolas Sarkozy. E domani il ministro dell’Interno Roberto Maroni dovrebbe portare in Consiglio dei ministri le misure per l’allontanamento degli immigrati comunitari (compresi i rom), come già si fa adesso per gli extracomunitari. In realtà si tratta dell’ennesimo pacchetto sicurezza che dovrebbe contenere novità anche sull’accattonaggio, sulla prostituzione, con l’espulsione immediata per chi ha ricevuto il foglio di via, e sulla violenza negli stadi, con il ritorno dell’arresto per chi viene identificato con i filmati della polizia. I testi sarebbero stati illustrati al capo dello Stato lo scorso 5 ottobre. E dovrebbero essere due, un decreto legge (subito in vigore) e un disegno di legge da discutere in Parlamento. La norma più delicata è proprio quella sull’espulsione dei comunitari. Il rimpatrio riguarderebbe chi viola la direttiva europea che fissa i requisiti per chi vive in un altro Stato membro: reddito minimo, dimora adeguata, non essere a carico del sistema sociale del Paese che lo ospita, ad esempio con una pensione. Maroni ci aveva provato già due anni fa con un altro pacchetto sicurezza che doveva essere approvato velocemente per decreto e che poi invece, dopo i rilievi di Giorgio Napolitano, imboccò la via normale del disegno di legge. La norma sulle espulsioni dei comunitari alla fine saltò del tutto. Anche per la bocciatura da parte della commissione europea che, con il francese Jacques Barrot, osservò come in base al diritto comunitario l’unica sanzione possibile potesse essere l’invito ad andarsene. Quando que-st’estate aveva annunciato la sua intenzione di «tornare alla carica», Maroni aveva detto che la misura «non sarebbe stata discriminatoria» perché le «espulsioni sarebbero state possibili non solo per i rom ma per tutti i comunitari ». È chiaro, però, che i requisiti fissati dalla direttiva comunitaria (reddito minimo e dimora adeguata) spesso sono violati proprio nei campi rom. Con una differenza importante rispetto alla Francia: molti rom che vivono nel nostro Paese sono cittadini non soltanto comunitari ma anche italiani. Nei loro confronti anche il nuovo pacchetto sicurezza non sarebbe applicabile.
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