Presentato dall’Aran il 2° “Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti”

l 11 Marzo 2011
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È stato presentato nella conferenza stampa del 9 marzo scorso, dal commissario Antonio Naddeo presso la sede dell’Aran (Via del Corso n. 476 – Sala Lombardi 4 piano), il Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti n. 2/2010. Il rapporto approfondisce, in particolare, gli andamenti delle carriere, dei premi di produttività e delle altre componenti del salario variabile dei pubblici dipendenti nell’ultimo decennio. Ecco in sintesi quello che emerge.

Gli stipendi dei dipendenti pubblici sono cresciuti più di quelli del settore privato negli ultimi dieci anni. Le retribuzioni medie nel comparto pubblico sono infatti cresciute del 39,7%, mentre i salari nel settore privato sono aumentati solo del 25,7%.
Tale tendenza avrebbe però subito già un drastico stop da due anni a questa parte, dal momento che i contratti pubblici si sono chiusi in linea con il tasso di inflazione programmata, fissato al 3,2% nel biennio. Rispetto alla manovra economica da quasi 25 miliardi in due anni approntata dal governo – che “taglia” soprattutto nel settore pubblico – il Rapporto mostra alcune stime, rispetto alle quali il previsto blocco degli aumenti porterà a un risparmio di 5,7 miliardi nel primo anno, frutto della sommatoria dei risultati del 2010 con quelli attesi nel 2011. Nel 2012 la minor spesa dovrebbe raggiungere i 6,5 miliardi.
Il documento fa poi notare come un ulteriore vincolo introdotto dalla manovra scatterà nel 2013, quando le retribuzioni individuali non potranno comunque superare quanto percepito nel 2010. In tal caso, afferma l’Aran, l’effetto di contenimento sarebbe a regime pari a 7 miliardi. Come ha dichiarato il commissario dell’Agenzia, Antonio Naddeo, il rapporto mostra che negli ultimi dieci anni la dinamica retributiva pubblica è cresciuta più che nel privato, ma “soprattutto nell’ultimo biennio contrattuale, è stata pari ai tassi di inflazione. Il blocco dei contratti – ha proseguito -comporterà minori spese per 6,5 miliardi di euro a regime”, conducendo con altre misure a “una sostanziale parità delle curve di crescita retributiva tra pubblico e privato nel 2013”.

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