Uno studio condotto nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010 e finanziato dalla Commissione grazie all’EU-China Policy Dialogues Support Facility mette a confronto alcuni aspetti della politica regionale in Cina con la politica di coesione dell’Unione europea. Lo studio si concentra in particolare sulla definizione e la classificazione economica delle regioni, la governance e il coordinamento della politica regionale e il ruolo della politica regionale nel migliorare la competitività, lo sviluppo sostenibile e lo sviluppo urbano e rurale. A scopo illustrativo, la relazione riporta esempi di migliori prassi della Cina e dell’UE in queste aree. In termini di obiettivi fondamentali della politica regionale dell’UE, gli autori ritengono che ci sono elementi che l’UE può apprendere dalla Cina, uno di essi è la capacità di definire un numero limitato di obiettivi chiari. Ciò chiama in causa l’aspetto “binario” o di “in-out” della politica regionale dell’UE creato dall’uso della soglia del 75% per l’idoneità a ricevere il sostegno prioritario sulla base del PIL pro capite. In termini di attuazione, la relazione solleva dei dubbi sulla severità dell’approccio “o lo usi o lo perdi” adottato nella gestione finanziaria e suggerisce, invece, una maggiore attenzione alle modalità di supporto delle regioni nel maturare una capacità di spesa più rapida e più efficace per lo sviluppo. Infine, la relazione mette in guardia dallo sviluppo di una “contro-burocrazia” derivante da un processo esaurito di riforme progressive che mancano di una strategia o una finalità generali
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