Piccoli Comuni: il punto di vista degli Enti montani su una legge da varare al più presto

Audizioni in Senato: il ddl dovrà garantire nuova attenzione per le aree interne e per i piccoli centri dell’Italia

7 Novembre 2016
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Un iter veloce, per una legge attesa da vent’anni. In questo modo il vicepresidente UNCEM (il sindacato della montagna) Antonio Di Maria e Luca Lo Bianco intervenendo venerdì scorso al Senato all’audizione sul ddl Piccoli Comuni e montagna. I rappresentanti dell’associazione degli Enti montani hanno infatti ribadito la necessità di varare al più presto una legge che garantisca nuova attenzione per le aree interne e per i piccoli centri dell’Italia, al fine di approntare politiche volte a garantire i servizi di base e a favorire lo sviluppo socio-economico dei territori. “Il ddl già approvato alla Camera – commentano Di Maria e Lo Bianco – contempera queste due sfere. La prima orientata ai servizi, alla riduzione del digital divide, all’attuazione piena della Strategia Aree interne. La seconda volta a permettere a chi vive nei territori alpini e appenninici di poter rimanere lì, di fare impresa, di trovare negli Enti locali un riferimento”.

I rappresentanti UNCEM hanno insistito sulla necessaria celerità dell’iter legislativo, dopo oltre due decenni di attesa. “Il ddl prevede 100 milioni di euro per le aree interne e montane da erogare nei prossimi cinque anni – aggiungono Di Maria e Lo Bianco – Finalmente si riconoscono le specificità delle aree interne, che per mantenere servizi e favorire la crescita economica hanno bisogno di fondi per lo start up, per garantire innovazione e superare un divide che non è solo digitale, ma strutturale. E che rischia di crescere. La legge in discussione al Senato è un antidoto a questo gap che metterebbe di fatto il 55% del Paese su un binario più lento rispetto alle città e alle aree urbane”. Di Maria e Lo Bianco hanno inoltre richiamato l’attenzione dei Senatori presenti all’audizione anche sulle conseguenze legate all’abbandono e allo spopolamento, registrabili nelle aree più fragili del Paese, nelle aree più in quota, nelle zone a forte rischio idrogeologico e sismico. “Abbiamo necessità di attuare pienamente l’articolo 44, secondo comma, della Costituzione – sottolineano – e questa legge lo permette. Si incrocia perfettamente con quanto previsto dal Collegato ambientale alla legge di stabilità 2016, ove sono previste le green communities e le oil free zone, ma anche con la Strategia nazionale Aree interne, da attuare pienamente nelle 65 aree pilota del Paese, e poi da estendere. UNCEM farà la sua parte. Il Senato proceda velocemente dando finalmente all’Italia una legge per i piccoli Comuni, la montagna, la valorizzazione dei centri storici. Oggi più di ieri, ne abbiamo grande bisogno”.

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