Personale, la riduzione della spesa va a rilento

Italia Oggi
18 Maggio 2012
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Diminuzione del numero dei dipendenti degli enti locali, avvio della messa sotto controllo della spesa del personale, mentre le criticità della contrattazione decentrata integrativa continuano a essere assai marcate, anche per colpa della funzione pubblica e del ministero dell’economia: possono essere così riassunte le principali tendenze che si sono manifestate nel lavoro pubblico nell’anno 2010 rispetto al precedente anno 2009. Da sottolineare che il trattamento economico medio del personale degli enti locali è quantificato in 29.399 euro annui: tale cifra è di poco superiore al trattamento medio dei dipendenti non dirigenti, che rappresentano oltre il 96% del personale del comparto regioni e autonomie locali.
In questo comparto il numero dei dipendenti in servizio è diminuito dell’1,6%, mentre nel complesso delle amministrazioni pubbliche è calato dell’1,9%. Assai marcata la diminuzione del numero dei lavoratori assunti con contratti flessibili (-7,2%), mentre la diminuzione del personale a tempo indeterminato è stata assai contenuta: appena -0,8%. Quindi una tendenza meno «virtuosa» rispetto a quella registrata in altri comparti pubblici, in particolare nelle amministrazioni statali.
A livello di spesa per il personale quella dei comuni, delle province e delle regioni è diminuita dello 0,9%, mentre nel complesso delle amministrazioni pubbliche la riduzione è stata dell’1,5%. Da sottolineare che si arriva a tale risultato, assai inferiore a quello del complesso delle amministrazioni statali, sulla base «di una crescita della spesa per il personale dirigente più che compensata dalla flessione della spesa del personale non dirigente».
Questa differenza è spiegata in buona parte dal fatto che nel 2010 è stato rinnovato il contratto dei dirigenti, mentre quello del personale era stato rinnovato nel 2009. Comunque, in modo per molti versi speculare rispetto all’andamento del numero dei dipendenti, si registra una gestione meno «virtuosa» rispetto ad altri comparti del pubblico impiego e in particolare alle amministrazioni statali.
Assai interessanti sono anche i dati medi sul trattamento economico complessivo del personale del comparto regioni ed enti locali: i dipendenti ricevono compensi per circa 28.389 euro annui; i dirigenti compensi per 99.004 euro, i segretari per 89.262 euro e i direttori generali per 142.418.
Le stabilizzazioni nel 2010 hanno interessato nel comparto regioni e autonomie locali 3.907 unità che in gran parte sono ex lavoratori socialmente utili. Continua a essere negativo il bilancio della contrattazione decentrata mettendo insieme i costi e gli effetti sulla qualità dell’attività amministrativa. Assai interessante è la dura bacchettata che viene per la prima volta data alla funzione pubblica e al ministero dell’economia: «Va sottolineata l’importanza strategica della predisposizione, da parte del dipartimento della funzione pubblica d’intesa con il ministero dell’economia e delle finanze, ai sensi dell’art. 40-bis del dlgs n. 165 del 2001, del previsto modello unico di riferimento per la predisposizione della relazione tecnica ai contratti integrativi. A tale relazione, che deve essere pubblicata unicamente ai contratti integrativi sul sito istituzionale delle amministrazioni, è affidato il compito di evidenziare in modo trasparente il valore dei fondi unici in ciascun esercizio, le risorse disponibili, quelle oggetto di contrattazione e gli effetti finanziari e organizzativi connessi alle scelte contrattuali sul riparto delle risorse, anche al fine di garantire effettività al controllo diffuso previsto dal citato art. 40-bis da parte degli utenti dei servizi sull’utilizzo delle risorse destinate ai dipendenti di ciascun ente». Tale modello previsto dal legislatore già dal 2009 fino a oggi non è stato realizzato.

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