Tra i gestori controllati da enti pubblici c’è, per esempio, il Gruppo Hera, che annoverava circa 186 azionisti pubblici, prevalentemente comuni dell’Emilia Romagna, con una quota complessiva di circa il 60% del capitale sociale. La multiutility, quotata in Borsa, con un business da 4,1 miliardi nel 2011 che spazia dall’energia all’acqua e all’ambiente, gestisce dodici discariche controllate. Ma il modello di gestione pubblico c’è anche per realtà più piccole. Belvedere Spa è una società tra comune di Peccioli (64%) e tanti piccoli azionisti (36%). Nata nel 1997 gestisce l’impianto di smaltimento rifiuti di Peccioli (in provincia di Pisa) e l’annesso impianto di cogenerazione per produzione di energia. Il core business è costituito oltre che dallo smaltimento, dalla produzione di energia da biomasse, solare ed eolica.
Sul fronte privato, il caso più noto è quello dell’imprenditore romano Manlio Cerroni. La metà delle dieci discariche aperte attualmente nel Lazio (un business di circa 200 milioni in base alla somma dei fatturati delle società che le gestiscono) sono riconducibili a società del gruppo di Cerroni. La capofila è la E.Giovi (di cui Cerroni detiene il 50% delle quote), che si occupa dello smaltimento rifiuti nella megadiscarica di Malagrotta a Roma e gestisce anche i due attigui impianti di trattamento meccanico biologico per la produzione di combustibile da rifiuti (i cosiddetti Malagrotta 1 e 2). Mentre il Consorzio laziale rifiuti (il Colari presieduto da Cerroni in persona sin dal 1984 e controllato per il 60% dalla E.Giovi) è l’azienda che intrattiene i rapporti contrattuali con l’Ama (azienda di igiene urbana della capitale) oltre a gestire il gassificatore (fermo in realtà da ottobre 2011) sempre a Malagrotta. Ma la mappa degli imprenditori attivi nello smaltimento rifiuti in discarica non finisce qui. Ci sono per esempio i fratelli Di Zio in Abruzzo e il gruppo Catanzaro ad Agrigento.
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