Per Lsu e libri non vi è certezza

In aula la legge di stabilità. Con tanto di clausola di salvaguardia: si taglia se le entrate non bastano

Italia Oggi
16 Novembre 2010
Modifica zoom
100%
La clausola di salvaguardia spunta al comma 13 dell’articolo 1 della legge di stabilità (Ac 3778): qualora le entrate previste dalla vendita delle frequenze tv (pari a 2,4 miliardi) non dovessero realizzarsi, il ministro dell’economia e del tesoro potrà operare tagli lineari sulle spese rimodulabili dei bilanci di ciascun ministero. Obiettivo: far tornare i conti. Niente forbici solo per due partite: il fondo ordinario di finanziamento delle università e il 5 per mille. Tutta la restante spesa dei ministeri potrà essere ridotta. Vi rientrano dunque anche le risorse per le scuole paritarie, piuttosto che per la gratuità dei libri di testo che sono poste rimodulabili e che proprio in sede emendativa, in commissione bilancio alla camera, erano state rifinanziate. Il disegno di legge, con tutto il carico di aspettative e polemiche legate alla crisi politica, approda oggi in aula. Sul fronte delle scuole non statali, il fondo 2011 è stato reintegrato di 245 milioni. In aggiunta ai 281 milioni già messi a bilancio, lo stanziamento arriva così a 526 milioni di euro, 4 milioni in meno rispetto all’ultimo finanziamento ma comunque quanto basta per rispondere, almeno per il prossimo anno, alla richiesta di aiuto giunta dalle scuole paritarie. Che chiedono da tempo un maggiore impegno dello stato a fronte della legge sulla parità scolastica. La partita 2011 si complica invece per la gratuità parziale dei libri di testo e per gli Lsu. Perché il fondo di finanziamento (la voce è «interventi di carattere sociale»), è unico, vale 350 milioni di euro e deve bastare a far fronte all’impegno dello stato italiano in banche e fondi internazionali, alla gratuità dei libri di testo e alle stipule delle convenzioni per i lavoratori socialmente utili. Un decreto del presidente del consiglio dei ministri deciderà la spartizione. Non sarà facile:per la partecipazione a banche e fondi internazionali nel 2010 sono stati spesi 130 milioni di euro, per la gratuità dei libri di testo, pagata dai comuni, 103 milioni di euro e per gli Lsu, compresi quelli che lavorano nelle scuole per le pulizie, 370 milioni. Sono oltre 25 mila i lavoratori che svolgono servizi di pulizia per 3.500 scuole pubbliche, tramite appalti storici e consorzi che hanno stabilizzato nel tempo gli ex Lsu contando sul rinnovo dei contratti. «È un servizio a rischio estinzione, quello garantito dai lavoratori ex Lsu, il cui destino dipende unicamente dalle decisioni del governo al quale chiediamo il rifinanziamento delle risorse necessarie», spiegano dalla Fisascat, la federazione dei sindacati del settore. Mentre Il Pd si prepara, con un emendamento da presentare in aula, a chiedere che il fondo per la gratuità dei libri di testo sia scorporato dal calderone unico dell’intervento a «carattere sociale».

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento