ROMA – Sì all’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile per le statali. A prevederlo è un emendamento alla manovra del relatore Antonio Azzollini ( Pdl), approvato ieri in commissione Bilancio del Senato, che fissa al 2015 l’adeguamento all’aspettativa di vita per tutti i trattamenti previdenziali. Mentre quello successivo scatterà nel 2019 e non più nel 2016. Via libera inoltre all’allentamento della stretta sulle casse privatizzate e all’ampliamento dei poteri dei comuni in materia catastale. In attesa di conoscere la sorte del taglio delle tredicesime di magistrati, poliziotti, militari e docenti universitari come alternativa al congelamento degli scatti di carriera (che «va riverificato» per ammissione dello stesso Azzollini), in commissione è giunto l’ok al super-emendamento previdenziale del relatore. Dal 2012 le dipendenti pubbliche potranno accedere alla pensione di vecchiaia solo dopo aver compiuto 65 anni. Quanto ai requisiti per la pensione di anzianità restano i 40 anni di contributi ma dal 2015 ci vorranno tre mesi in più per poter smettere di lavorare. Grazie a un sub-emendamento di Maria Ida Germontani (Pdl), la seconda revisione ci sarà nel 2019 e nel 2016 come previsto inizialmente. Un’altra novità interesserà le casse di previdenza e assistenza privatizzate ( l’Inpgi ad esempio): saranno esonerate dalla “stretta” sulla spesa degli apparati amministrativi. Bu-one notizie per i comuni che potranno utilizzare le banche dati messe a disposizione dall’Agenzia del territorio per «contribuire al miglioramento dei dati catastali» anche in vista dell’introduzione della ” service tax” che arriverà con il federalismo municipale. Al tempo stesso cambia il “classamento” degli immobili. I municipi potranno attivare autonomamente le procedure di revisione dei valori catastali per accertare variazioni edilizie non registrate. La proposta avrà impatto anche sulle compravendite immobiliari visto che l’attestazione di un tecnico abilitato potrà certificare la conformità fra contratto e dati catastali. Inoltre viene previsto che i fondi immobiliari chiusi che non si adeguano alla nuova disciplina civilistica dettata dalla manovra avranno tre anni di tempo (al posto degli originari 30 giorni) per chiudere l’operazione di liquidazione. Questa dilazione dei tempi avrà comunque un costo. Nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2010 e la fine della liquidazione, infatti, la società di gestione del risparmio (Sgr) dovrà al fisco un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’Irap del 19%anziché del 5 per cento. Rinviata ogni decisione, invece, sulle chiusura delle stazioni sperimentali, che secondo un emendamento del relatore avrebbero potuto evitare la chiusura trasformandosi in associazioni di diritto privato.
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