Mario Monti torna a Roma per il consiglio dei ministri che dovrà avviare il secondo tempo dell’attività di governo, quello dedicato al rilancio dell’economia, ma trova il Pdl in rivolta e anche in ebollizione sulla questione delle alleanze per le amministrative del 2012, che chiameranno in causa circa 12 milioni di italiani.
Ieri, il premier è rientrato nella capitale in vista della riunione del consiglio dei ministri convocata per oggi con l’obiettivo di mettere a punto la strategia che dovrà permettere all’Italia di superare una recessione che nel 2012, secondo le stime, farà scendere il pil dell’1,6%. Sulla possibilità che il governo del professore sia in grado di accelerare lo sviluppo, però, il Pdl ha molti dubbi.
Pdl in rivolta contro Monti
Molti esponenti del Pdl hanno dichiarato che, considerato l’andamento dello spread tra Bund tedeschi e Btp decennali, risalito oltre i 500 punti base, sarebbe ora di rivalutare l’operato del governo guidato da Silvio Berlusconi, che pure ha manovrato negli ultimi tre anni per circa un centinaio di miliardi di euro, Il capogruppo del Pdl alla camera, Fabrizio Cicchitto, ha invece posto tre condizioni al premier : «Che alla durissima manovra seguano consistenti operazioni funzionali alla crescita, che le liberalizzazioni e le privatizzazioni non si risolvano in piccole spedizioni punitive, ma riguardino grandi e impegnative questioni, e che nessun ministro usi il governo per montare o smontare operazioni o schieramenti politici.
Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, e Stefano Di Traglia, responsabile comunicazione del Pd, hanno però difeso in parte il governo: «I partiti hanno un atteggiamento surreale», ha detto il leader dell’Udc. «Sembra che molti, scampato il pericolo, siano pronti a riprendere le vecchie abitudini. Ma il pericolo è più che mai davanti a noi e potrebbe travolgerci», Di Traglia ha invece accusato la Lega di essere responsabile insieme con il Pdl della disastrosa situazione ereditata da Monti. Mentre Cesare Damiano, responsabile lavoro dei Democratici, ha invitato il premier a «rispettare l’impegno di correggere le misure sulle pensioni».
Il consiglio dei ministri e la fase due
Certo è che Monti, oggi farà il punto della situazione e fisserà il programnma di lavoro, senza annunciare misure specifiche, che saranno oggetto della conferenza stampa di fine anno fissata per domani. L’agenda, però, è già delineata: riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, liberalizzazioni, a cominciare da taxi e farmacie, l’introduzione della spending review e la revisione delle agevolazioni fiscali per concentrare detrazioni e deduzioni sulla fasce più deboli. Si parla anche di una riforma del catasto, con la revisione degli estimi e l’introduzione del metro quadrato in luogo del vano come unità di misura della consistenza ai fini fiscali. Ed è possibile un aumento delle tariffe autostradali per favorire gli investimenti da parte delle società concessionarie.
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