Comune che vai, consiglio tributario che trovi. Dopo che il maxiemendamento alla manovra di Ferragosto ha introdotto l’obbligo di istituzione di questi organi per arrivare a ottenere il 100% delle somme recuperate dall’evasione, in molti centri è partita la ricerca del candidato ideale e la corsa alla stesura del regolamento. Il tutto nel segno della massima creatività da municipio a municipio: diverso il numero dei membri che compongono il consiglio tributario, diversa la modalità di nomina, diverso anche il compenso. Come fattore comune rimane l’obiettivo: la caccia all’evasore. Ma lo scopo non sempre sembra aver riscaldato i cuori degli aspiranti consiglieri. È il caso di Fano. Nel centro marchigiano, il bando presentato dall’amministrazione comunale per la ricerca dei sette componenti del consiglio tributario ha raccolto pochissime adesioni. «Già negli anni Ottanta il nostro comune aveva un consiglio tributario ? racconta Riccardo Severi, assessore al Bilancio – poi non ha più funzionato ed è stato sciolto. Lo scorso anno c’è stata una norma in finanziaria che prevedeva la riattivazione dei consigli, così a gennaio 2011 abbiamo presentato un bando, che però è stato accolto con scarso entusiasmo. Per questo stiamo lavorando a un nuovo regolamento, per attirare soprattutto giovani e neo-laureati». In un primo momento, l’amministrazione non aveva previsto nessun tipo di compenso per i membri del consiglio, che nel loro lavoro saranno coadiuvati dal responsabile del settore tributi e da quello del settore bilancio. Ma l’assessore mette in cantiere una possibile marcia indietro sul punto: «Data la scarsa partecipazione che ha avuto il progetto finora, potremmo ripensare a un gettone minimo». Anche le modalità di nomina dei consiglieri sono da definire: «Nella prima bozza del regolamento erano i consiglieri comunali che nominavano i rappresentanti del consiglio precedentemente candidati. Ma avevo pensato anche ad una selezione fatta attraverso il sorteggio, ad esempio utilizzando le liste che ci sono per i giudici popolari della corte di appello», conclude Severi. In altri comuni, l’elezione del consiglio è affidata al consiglio comunale: una caratteristica che accomuna, ad esempio, Monteforte Irpino (in provincia di Avellino) e Cernusco sul Naviglio (Milano). In altri centri, invece, alcune nomine sono di competenza del sindaco, cosa che accade a Oderzo (Treviso). Spesso la composizione del consiglio tributario riflette i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione. È quanto succede a Teramo, dove la prima riunione è in calendario proprio giovedì. «È stato istituito con una delibera a luglio di quest’anno ? racconta l’assessore alle Finanze e vicesindaco, Alfonso Di Sabatino Martina – mentre le modalità di funzionamento sono state decise lo scorso anno. Sarà costituito da 5 membri: due della minoranza e tre della maggioranza e non hanno alcun compenso». Altri centri ancora – come Legnaro (Padova), Montichiari (Brescia), Sant’Agata di Militello (Messina)- hanno optato per un gettone di presenza fissato con delibera dal consiglio comunale.
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