Un pool di esperti informatici e tecnici per combattere l’evasione fiscale. Ora che il maxiemendamento alla manovra consente ai Comuni di recuperare fino al 100% dalla partecipazione all’attività di accertamento e controllo, la giunta De Magistris ha dichiarato guerra a chi non paga. Con l’obiettivo di arrivare allo stop dei servizi per chi non si mette in regola. Un problema che nel capoluogo partenopeo è molto sentito. Per alcuni tributi le stime circolate nelle ultime settimane calcolano punte fino al 50% di omessi versamenti. Anche per questo l’amministrazione comunale ha dato vita a una task force, voluta dallo stesso sindaco Luigi De Magistris e annunciata appena pochi giorni fa. A spiegare composizione e modus operandi è invece l’assessore al Bilancio e alle risorse strategiche, Riccardo Realfonzo: «La task force collabora in modo istituzionale con le agenzie delle Entrate e del Territorio, la Camera di commercio e la Guardia di finanza. Inoltre il progetto prevede l’impiego forte di risorse comunali, in particolare la costituzione di un pool di 28 unità costituite da personale con profili informatici, per l’elaborazione dati, e profili tecnico-economici. Accanto a questi c’è una unità operativa complessa che fa controllo sul territorio». A coordinare questa task force, c’è l’assessorato al Bilancio e quello alla legalità, guidato da Giuseppe Narducci, mentre il lavoro si avvarrà dell’apporto delle nuove tecnologie, grazie alla consultazione di banche dati e all’incrocio dei nominativi per verificare chi paga e chi no. Una volta individuato l’evasore il comune cercherà di metterlo in condizione di pagare, comminando però anche gli interessi e le sanzioni previste dalla legge, ma se il cittadino continua ad evadere, si passerà alle maniere forti: si comincerà proprio a non erogare più i servizi a chi non si mette in regola. Per quanto riguarda gli ambiti di azione, «il nostro interesse è a 360 gradi – chiarisce Realfonzo – e comprende segnalazioni sulle violazioni che riguardano tutta una serie di ambiti. A partire dal settore del commercio e delle professioni, dove ci sono persone che svolgono attività di impresa, ma sono prive di partita iva, soggetti che hanno dichiarato di svolgere attività diverse rispetto a quelle che risultano dai database, oppure che lavorano presso società abusive». Anche dal punto di vista del territorio, le segnalazioni da fare sono molte: opere di abusivismo edilizio, soggetti che abitano in stabili diversi da quella che risulta essere la loro prima casa ma anche «persone che abitano nel Comune – conclude l’assessore al Bilancio – ma che hanno la residenza all’estero».
LA PERCENTUALE 50% La punta massima Su alcuni tributi è il picco di evasione che si registra nel Comune di Napoli
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