Patto di stabilità, la proposta Caldoro

Un fondo di garanzia nazionale nel quale far confluire tutte le risorse che non possono essere spese a causa dei vincoli: l’idea del governatore campano divide gli altri presidenti regionali. Ma il Governo pare d’accordo

10 Gennaio 2012
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Un fondo di garanzia nazionale nel quale far confluire tutte le risorse che non possono essere spese a causa dei vincoli del patto di stabilità. È la proposta del governatore della Campania, Stefano Caldoro, che punta ad avviare un piano di rilancio in tempi rapidi. E che già divide i Governatori, mentre una apertura è arrivata dal sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo. Sono circa 10 i miliardi di euro di fondi bloccati presso amministrazioni pubbliche ed enti previdenziali e che potrebbero rappresentare un vero e proprio tesoro in tempi di forti restrizioni della finanza pubblica. L’idea di Caldoro è di concentrare, sotto la regia dello Stato, tutte le risorse che sono congelate proprio perché non possono essere investite altrimenti si violerebbe la legge. Mantenendo i saldi di finanza pubblica invariati, si costituirebbe così una riserva di liquidità a cui attingere sulla base di una lista delle priorità a partire dai ritardi di pagamento che hanno prodotto obblighi per lo Stato.

Le reazioni positive…
“Avevamo lanciato tempo fa l’allarme sulle difficoltà per le Regioni di spendere risorse disponibili a causa del patto di stabilità. Non posso perciò che essere d’accordo con il presidente Caldoro”, ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. “In momenti di crisi così forte, qualunque proposta tesa a rimettere in moto l’economia merita di essere considerata con attenzione” aggiunge il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo (Pd). Per il governatore lucano, la proposta di Caldoro “merita un approfondimento per capire tutte le implicazioni che ci potrebbero essere sia sulla stabilità economica delle amministrazioni che sulla spesa complessiva e il conseguente livello di indebitamento dello Stato. In ogni caso su una cosa Caldoro ha perfettamente ragione: la necessità di avere una visione unitaria dei problemi dello Stato, di considerare tutte le Regioni come un corpo unitario da preservare ed evitare manovre a favore di qualcuno e a danno di qualche altro”. “Caldoro me ne aveva parlato, conosco la proposta e sono favorevole. La appoggerò nelle varie sedi nelle quali verrà discussa”, sostiene il presidente della Giunta regionale abruzzese, Gianni Chiodi, secondo cui “la questione nasce dalla capacità di spesa oscillante nelle Regioni del Sud. Nell’anno in cui è speso poco, il patto di stabilità è drammatico. Bisogna quindi trovare una soluzione”.  Concorda anche il presidente della Regione Molise, Michele Iorio: “credo debbano essere ricercate le soluzioni che consentano l’utilizzo di tutti i fondi disponibili per lo sviluppo, soprattutto in questo momento di crisi”.

…E quelle negative o tiepide
“Di sicuro non divideremo con altre Regioni i nostri fondi bloccati a causa del Patto di stabilità”. Dal governatore altoatesino Luis Durnwalder arriva la risposta negativa più secca alla proposta del presidente Caldoro. Ma anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, “non crede possa essere la soluzione più giusta” la creazione di un Fondo di garanzia nazionale. Piuttosto, sarebbe necessario “rivedere i meccanismi alla base del sistema generale, giungendo a delineare un nuovo modello di Patto interno di stabilità”. La risposta del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota è gelida: “Nessun commento alla sua proposta”. L’idea non merita per Cota alcuna risposta. “Quello che serve è il federalismo – aggiunge soltanto il presidente del Piemonte – Attendiamo l’attuazione del federalismo così come è stato programmato, anche se mi pare che i segnali che arrivano da questo Governo non siano buoni”. Ci sono poi i governatori che una soluzione interna al problema l’hanno già trovata. “È già il secondo anno che noi applichiamo il “Patto regionalizzato”. Quindi, per quanto riguarda la quota di Patto della Regione Lazio, viene completamente utilizzata a favore dei Comuni e delle Province, o comunque in uno scambio verticale e orizzontale che abbiamo messo in campo”, commenta la governatrice del Lazio, Renata Polverini, “Partiamo dal presupposto che il Patto di stabilità non è un vincolo europeo e quindi, essendo strumento interno, possiamo gestirlo senza chiedere il permesso. Ma la Liguria ha già avviato una sorta di redistribuzione interna, mettendo insieme Province, Comuni e Regione per vedere lo stato di ciascuno e intervenire in modo razionale, “liberando in questo modo oltre 60 mln di euro. Se tutti facessero così, in Italia saremmo vicini ai 2 mld di euro”, fa eco il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, mentre secondo il governatore del Veneto Luca Zaia della proposta Caldoro “bisogna solo verificare se contabilmente può stare in piedi. Varrebbe però la pena di regionalizzare il Fondo. Si pensi che il Veneto ha oltre 1.300 milioni di euro fermi nella Tesoreria Unica”. Spiraglio infine dalla Val d’Aosta. La proposta Caldoro “è da approfondire, da discutere tutti assieme. Siamo reduci dall’esperienza del Fondo perequativo che è finito nel calderone senza riequilibrare le sorti delle Regioni meno ricche. Per questo siamo scettici sull’istituzione di un Fondo, bisogna capire meglio chi lo gestirebbe e chi lo utilizzerebbe”, dice il presidente, Augusto Rollandin.

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