Ha l’aria di essere una beffa per i comuni la nuova direttiva Ue che impone alle amministrazioni pubbliche il pagamento delle imprese entro 30 giorni (60 in casi eccezionali).
Con un Patto di stabilità tanto rigido da non consentire il pagamento delle imprese neanche a quelle amministrazioni che i soldi ce li avrebbero pronti in cassa, la direttiva dell’Unione europea suscita la protesta del sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia, Attilio Fontana.
In un articolo apparso oggi sul Corriere della Sera, Fontana afferma infatti: “L’Europa deve decidersi, o ci impone di pagare con celerità i nostri debiti oppure ci vincola agli obblighi di bilancio”. Dato poi che il Patto di stabilità è legato agli incassi del comune, Fontana spiega: “Se non so di quanto potrà disporre non posso stabilire il mio potere d’acquisto. Questo limita la mia capacità di programmazione e mi blocca anche una programmazione di pagamenti di debiti arretrati”.
Una possibile soluzione è proposta da Raffaello Vignali, vicepresidente della commissione attività produttive della Camera: “Servirebbe una Basilea 2 dei comuni, un rating che indichi quelli più virtuosi e quelli che invece hanno avuto una gestione censurabile. L’errore è applicare un principio unico per tutti: quando la virtù non viene premiata diventa più conveniente non essere virtuosi, questo è il vero paradosso che non possiamo più permetterci. E lo Stato in tal senso deve essere esempio di virtù”.
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