Il Dipartimento Funzione Pubblica dovrebbe avere il quadro di dettaglio degli esuberi effettivi nelle amministrazioni centrali e negli enti pubblici non economici entro i primi di ottobre e, a questo fine, sta per diramare una direttiva per chiedere la definizione dei tagli previsti. Rispetto a quanto finora stimato, vale a dire 11mila esuberi in questi due comparti, secondo fonti sindacali e amministrative circa 5.500 si concentrerebbero in Inps (4.200) e Inail (1.300). La legge prevede possibilità di compensazioni tra diverse amministrazioni anche sulla base dei servizi prestati, ed è proprio sulle diverse richieste che arriveranno a Funzione pubblica e ministero dell’Economia che si aprirà il confronto.
I tempi sono stretti, visto che la norma prevede il varo dei decreti del presidente del Consiglio entro il 31 ottobre. Anche per questo Patroni Griffi avrebbe intenzione di far fare un’istruttoria tecnica sulla mobilità potenziale all’Aran, ipotesi che la maggioranza dei sindacati per il momento non gradisce. Ieri non si è invece affrontato il nodo dei 13mila esuberi previsti in Regioni, Province e Comuni.
Come si diceva, i sindacati si sono divisi sul programma proposto dal ministro. Per la Cgil l’Esecutivo procede lungo la strada di una «ristrutturazione del lavoro pubblico fatta per legge» e il segretario generale della Fp Cgil, Rosanna Dettori, ha posto anche l’accento sul tema del precariato: secondo le stime del sindacato di Corso Italia sono a rischio 100mila precari tra coloro che non hanno visto il proprio contratto rinnovato a fine 2011, a giugno 2012 e quanti saranno espulsi a ottobre.
Giudizio negativo anche dalla Uil. Per il segretario confederale Paolo Pirani «l’incontro non modifica i motivi di dissenso per la spending review, con la messa in mora dell’accordo del 3 maggio scorso». Valutazione positiva invece dalla Cisl che ritiene importante l’apertura del ministro al raggiungimento di un accordo quadro sulla spending review. «Ci sono le condizioni per continuare a trattare. Noi lavoriamo per fare questo accordo e finché c’è un tavolo negoziale non facciamo sciopero», ha detto Gianni Baratta segretario confederale della Cisl.
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