Il primo battesimo di Patroni Griffi ci sarà venerdì prossimo, quando al consiglio dei ministri sarà presentato il disegno di legge sulla semplificazione e lo sviluppo. Un battesimo in piccolo, rispetto al padre della semplificazione, visto che il ddl, o almeno l’ultima bozza, a ieri sera contava solo 333 leggi da cancellare. Il taglialeggi versione mignon è all’ultimo articolo di un ampio disegno di legge che semplifica molte procedure, in alcuni casi annullandole, dai controlli sulle imprese alle certificazioni per gli impianti termici. Il disegno di legge è all’esame del Tesoro, che sta verificando la copertura finanziaria di alcune disposizioni a rischio. Per esempio, il piano sulla scuola, che comporta sulla carta la stabilizzazione finale di circa 55 mila docenti e che potrebbe comportare, se non un nuovo onere, un costo però non più flessibile ma costante nei bilanci dello stato. Ipotesi, questa, alla quale la Ragioneria generale dello stato è sempre stata allergica.
Al controllo finale lo stesso taglialeggi, per evitare di dover reintrodurre norme che oggi si pensano erroneamente inutili. Come accaduto a Calderoli. Si parte con un decreto legislativo del 1947: cancellato l’articolo 11 che prevede il libretto per i lavoratori dello spettacolo. E poi salta il prospetto paga previsto da una legge del 1953. Saltano anche disposizioni sulla caccia del 1970 e le modifiche al trasporto gratuito degli alunni della scuola dell’obbligo, sempre del 1970. Cancellatai anche i dpr 32 e 33 del 20’06 sullo scioglimento di camera e senato e la convocazione dei comizi per le elezioni.
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