Ogni anno vengono prodotti in tutto il mondo tra i 20 ei 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici pericolosi. Anche se alcuni di questi possono essere contabilizzati nei rifiuti domestici o nei centri di riciclaggio, una quota considerevole finisce, spesso illegalmente, nelle discariche dei paesi in via di sviluppo dove spesso sono processati in condizioni a rischio per la salute umana. E se negli Stati Uniti è ancora legale esportare i Raee in Asia o in Africa, nell’Unione europea la normativa sull’e-waste è in piena evoluzione. L’Europarlamento, infatti, sta spingendo per ottenere norme più severe a livello comunitario che rafforzino la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici andando incontro nel contempo alle esigenze delle imprese. Primo passo avanti in tal senso, l’approvazione a Strasburgo della risoluzione legislativa presentata da Karl-Heinz Florenz (PPE, DE) e contenente i nuovi obiettivi di raccolta e riciclo dei Raee e di contrasto all’export illegale.
Con 580 voti a favore, 37 contrari e 22 astensioni, gli eurodeputati hanno dunque dato il loro assenso formale ad una serie di cambiamenti legislativi dedicati al sistema europeo dell’e-waste che imporrebbero alcuni target temporali da soddisfare. Per il 2012 i parlamentari propongono una doppia scelta: un “obiettivo raccolta” di 4 kg pro capite – come già previsto dalle norme comunitarie – o in alternativa la quantità di rifiuti del 2010, a seconda del quale delle due opzioni prevede la maggior quantità. A partire dal 2016 invece verrà chiesto agli Stati membri di raccogliere l’85% dei rifiuti elettronici prodotti.
In entrambi i casi la relazione richiede una quota di riciclo compresa fra il 50 e il 75% e una di riutilizzazione del 5%.
Allo stesso tempo verrebbe introdotta una semplificazione degli obblighi amministrativi per le imprese riducendo il numero delle categorie delle apparecchiature elettriche e abbreviando le procedure di registrazione. Dalla direttiva sono escluse le grandi istallazioni elettroniche, l’equipaggiamento militare, i veicoli e le apparecchiature fotovoltaiche, mentre viene appoggiato il diritto dei consumatori di conferire i Raee senza alcuna spesa in centri di raccolta appositi e quello di restituire, nel caso di oggetti non ingombranti, il rifiuto al punto di vendita. “Non possiamo più permetterci di sprecare i nostri rifiuti – ha affermato Florenz a margine della votazione – Il Parlamento ha inviato un forte segnale alle autorità pubbliche, ai produttori e ai consumatori: tutti dobbiamo fare la nostra parte per garantire la raccolta e il riciclo di una quantità maggiore dei nostri prodotti elettrici ed elettronici. Abbiamo inoltre stabilito norme più severe per bloccare la spedizione illegale di rifiuti potenzialmente nocivi nei paesi in via di sviluppo”. La relazione passerà ora al vaglio del Consiglio Europeo.
Parlamento Ue: norme più dure contro l’esportazione illegale dei Raee
Aggiornamenti per la direttiva comunitaria sull’e-waste
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