E’ un vecchio privilegio, quello di portarsi dietro la propria segretaria o l’addetto stampa di fiducia, talmente vecchio da non destare ormai nessuno scandalo. Ma nella furia di moralizzazione di Gianni Alemanno, finito nel vortice dello scandalo della parentopoli capitolina che si è abbattuta su Atac e Ama, pure loro pagano dazio. Il nuovo regolamento sulle assunzioni voluto dal sindaco romano, corredato di tanto di codice etico per politici e amministratori, prevede per la galassia delle 70 società partecipate l’obbligo di ricorrere al concorso pubblico per qualsiasi tipo di assunzione. E questo sia che si tratti di dirigenti che di impiegati che di personale di staff. E così i presidenti, gli amministratori delegati e tutti i componenti dei cda delle varie società non potranno più portarsi personale esterno. Prima si verificheranno le disponibilità interne dei profili richiesti e poi, a esito negativo, si procederà con pubblica selezione aperta a tutti. Per le alte professionalità, quelle difficilmente rinvenibili sul mercato, si procederà invece attraverso la comparazione dei curricula vitae. Il nuovo regolamento, che ora dovrà essere approvato dalla giunta capitolina, opera una stretta anche sulle modalità di realizzazione delle selezioni, che ne fanno un modello molto più rigido di quello in vigore presso le amministrazioni statali, risalente al 1994 e non ancora riformato dal ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta. Per esempio, non potranno partecipare ai concorsi soggetti che hanno con i membri del cda delle società del gruppo Roma Capitale nonché con gli assessori e i consiglieri di Roma Capitale un grado di parentela o affinità entro il terzo grado compresi i rapporti di convivenza. Stesso divieto si applica alle collaborazioni. Il codice, messo a punto dalla commissione di esperti presieduta da Francesco Verbaro, stana i furbetti dei bandi occulti, quelli che vengono fatti a luglio, agosto e e dicembre, quando l’attenzione è più bassa e solo chi è sul chi va là presenta domanda. nei tre mesi in questione bandi nons e ne fanno. Per rendere meno penetrabili le selezioni, ogni selezione sarà preceduta da una prova preselettiva anonima, con risposte multiple a 200 quiz estratti da un archivio di almeno 10 mila domande. Ogni bando di gara dovrà poi indicare i titoli valutabili e il relativo punteggio. Prima che la commissione si riunisca e non dopo. E poi anche avere commissari compiacenti sarà più difficile: gli esaminatori saranno sorteggiati, e non più nominati, attingendo a un albo di esperti che non possono in nessun caso essere dipendenti o titolari di incarichi a qualsiasi titolo presso le società del gruppo Roma capitale. Non potranno, a maggiore garanzia di imparzialità, neanche essere rappresentanti sindacali o di associazioni professionali. Servono 5 anni di tempo dalla cessazione dell’incarico per tornare utili ai fini dell’eventuale inserimento nell’albo. Divieto assoluto anche per i parenti dei vertici societari. Per garantirsi ulteriormente, il regolamento Alemanno è addirittura ricorso alla registrazione audio dei lavori della commissione, e alla registrazione a circuito chiuso delle prove orali. Tra l’altro anche bluffare agli orali sarà più difficile: la commissione prima di ogni prova determina i quesiti da porre, che poi vengono sorteggiati. E non è finita, perché è previsto un codice etico per gli amministratori e per gli assessori. Che indica, per esempio, l’obbligo per l’assessore di Roma Capitale dimettersi nell’ipotesi in cui un candidato parente sia ammesso alla prova orale, in violazione ai divieti. Scritte le regole, ora viene la parte più difficile, farle approvare dalla giunta.
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