Il decreto che sblocca i pagamenti alle imprese da parte degli enti locali “è certamente una vittoria ma per poter risolvere il problema in maniera strutturale occorre rivedere i vincoli del patto di stabilità per quel che riguarda gli investimenti. Lo chiediamo con forza perché oltre a sanare il pregresso bisogna eliminare le cause e una di queste è proprio il patto di stabilità”.
Lo ha detto il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, al termine dell’audizione dell’associazione davanti alla Commissione speciale che sta esaminando il dl che sblocca i pagamenti della p.a.
Delrio riconosce al decreto “il merito di permettere, per le quote riguardanti i ai Comuni, di pagare in maniera immediata circa 7 miliardi” ma allo stesso tempo “occorre aprire subito una riflessione, come richiesto nei nostri emendamenti, per permettere ai comuni che hanno risorse di poterle mettere nel circuito produttivo”.
Delrio ha quindi ricordato come i comuni hanno a disposizione “13 miliardi di euro di cassa e circa 43 di residui passivi”. Uno sblocco del patto di stabilità significherebbe “solo per le città metropolitane e per quelle di medie dimensioni la possibilità di fare investimenti immediati per circa 4 miliardi di euro. Queste risorse – ha aggiunto il presidente dell’Anci -, aggiunte a quelle di investitori privati, potrebbero rappresentare un eccezionale volano per opere di carattere nazionale come l’efficientamento degli edifici pubblici, un piano per il dissesto idrogeologico o la messa in sicurezza delle scuole. Tutto questo inoltre verrebbe fatto in un ottica di un federalismo responsabile, come avviene in tutta Europa”. “La possibilità di migliorare il Paese quindi esiste e non necessita di ulteriore indebitamento”.
Nel corso dell’audizione, Delrio ha ricordato ai membri della Commissione come i comuni dal 2007 al 2011 hanno migliorato i propri bilanci per 850 milioni di euro, oltre ad aver partecipato al risanamento dello Stato, nello stesso periodo, per 15 miliardi.
Nonostante l’impegno dei comuni, ha notato però Delrio, “si continua a penalizzare il comparto” che in cinque anni “ha visto dimezzare, tra tagli e obiettivi di patto, le spese per gli investimenti”. “Per le città – ha concluso – questo vuol dire degrado e abbandono, con un prezzo sociale altissimo”.
(Fonte: Anci)
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