Nel caso di operatori di polizia accusati di reati commessi in servizio di ordine pubblico deve esserci “l’intervento diretto del procuratore capo, cui spetterà procedere sottraendo la competenza al primo sostituto procuratore”. È quanto prevede una “specifica norma che sto approfondendo”, ha annunciato ieri il Ministro dell’interno, Roberto Maroni, nella sua informativa alla Camera sugli incidenti del 15 ottobre a Roma. Il Ministro ha reso noto che proporrà in tempi strettissimi in Consiglio dei Ministri le nuove misure in materia di ordine pubblico durante le manifestazioni di piazza.
“È una norma richiesta dai poliziotti e dai carabinieri – ha spiegato Maroni, parlando dell’intervento diretto del procuratore capo ‑ che hanno manifestato in tutti questi anni, dagli incidenti di Genova in poi, una sorta di timore psicologico a intervenire: dobbiamo dare loro la certezza che non possono passare da coloro che mantengono l’ordine pubblico a colpevoli delle violenze delle manifestazioni di piazza”.
Da questa esigenza nascono anche l’idea di “estendere alle manifestazioni pubbliche l’aggravante, già prevista per quelle sportive, delle lesioni gravi e gravissime a pubblico ufficiale, con pene rispettivamente da 4 a 10 anni e da 8 a 16 anni” e la necessità di introdurre un “rafforzamento delle tutele patrimoniali per gli operatori delle forze dell’ordine perché oggi poliziotti e carabinieri devono pagare, altri servitori dello Stato no, e questo non è giusto”.
“Bisogna garantire – ha continuato il Ministro – che chi va in piazza in una condizione difficilissima, in una condizione in cui rischia la vita, lo faccia serenamente, senza timore di essere perseguitato perché questo è avvenuto: non si tratta di una legislazione speciale, né di una legislazione di emergenza ma di misure che, coniugando equilibrio e rigore, offrano alle forze di polizia più strumenti sul fronte della prevenzione e del contrasto, per evitare che le nostre piazze vengano messe a ferro e fuoco da pochi delinquenti. Rispetto a temi così delicati mi auguro di poter contare sull’approccio responsabile e propositivo dei gruppi parlamentari per pervenire rapidamente a individuare le soluzioni migliori per garantire sempre a tutti il diritto di manifestare il proprio dissenso in modo pacifico, ma anche e soprattutto tutelare il diritto di tutti gli altri cittadini ad avere città sicure in cui vivere”. In sintesi le misure in arrivo sono le seguenti:
- reati specifici relativi alle manifestazioni pubbliche, come il possesso di determinati oggetti, quali bastoni o caschi;
- l’introduzione del Daspo anche per le manifestazioni pubbliche nazionali o ritenute a rischio per l’ordine pubblico, da emettere nei confronti di chi abbia già a carico i reati specifici di cui sopra;
- maggiori tutele, come visto, per le Forze di polizia in servizio di ordine pubblico, come lo spostamento della competenza dal sostituto procuratore al procuratore capo per atti da loro commessi in questi frangenti o l’introduzione delle aggravanti specifiche di lesioni gravi o gravissime a pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico;
- forme di garanzia a carico degli organizzatori per il ristoro di eventuali danni a cose o persone.
Maroni ha riferito di aver chiesto già il 14 ottobre al presidente del Consiglio “di azzerare i tagli previsti dalla manovra economica per il ministero dell’interno per i prossimi anni” ottenendo “un primo significativo risultato con la decisione di ridurre il taglio di risorse per il 2012 di 250 milioni”. Il 17 ottobre, inoltre, il Ministro ha chiesto al Ministero dell’economia e delle finanze 60 milioni per le Forze dell’ordine entro fine anno.
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