In un’ottica di rinnovamento sull’idea di cultura (postmoderna e post pandemica), immersi nel
PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), con la Missione 1 dove si investe in due settori chiave per l’Italia: turismo e cultura), nel potenziamento dei sistemi animati dal c.d.
Art Bonus o delle
sponsorizzazioni, nella digitalizzazione degli archivi e delle opere, si è disposto un tendenziale incontro tra risorse pubbliche e private, in vista di una interazione tra economia e cultura, tra Stato e mercato, con la volontà di creare un’“industria culturale” dove i prodotti sono valori e beni: ossia, quel
patrimonio culturale, paesaggistico, storico presente nel nostro Paese, disseminato nei
Comuni e fonte inesauribile di sfruttamento.
La consapevolezza di dare a questo immenso “prodotto”, tesoro di abilità (e genio) presenti in ogni territorio, caratterizzandolo per la sua unicità e tipicità, ha aperto la strada a nuovi strumenti giuridici e riforme legislative, in un processo di gestione manageriale di musei, teatri, accademie, fondazioni per la piena diffusione e integrazione tra operatori economici e istituzioni pubbliche con progetti di animazione e cooperazione, funzionali in grado di attrarre sempre più fruitori di “benessere”.
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